SINCE MILLEQUATTROCENTONOVANTADUE

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COM'ERA L'ITALIA AL TEMPO DELLA "SCOPERTA" DELLE INDIE ORIENTALI




Mentre nel 1492 Colombo scopriva l’America,con molta fortuna e poca coscienza della reale portata della sua scoperta,nell’America del sud arrivava al massimo dello splendore la civiltà Inca.



Sotto la guida del grande re Inca Huayna Capac,gli Inca arrivarono a controllare la zona che andava grosso modo da Quito,in Equador,fino ad Atcama,in Perù.

Era il punto massimo che avrebbero raggiunto,perché alla morte del grande re,i suoi due figli,Atahualpa e Huascar,in totale disaccordo sulla spartizione del potere,presero a farsi la guerra.

Dalla quale uscì vittorioso Atahualpa,che sembrò padrone del campo.



E lo sarebbe stato se non fosse accaduto quello che era stato profetizzato in passato,cioè l’arrivo di uomini bianchi con la barba,dal mare,che cavalcavano strani cervi,come riportato dagli esploratori che per primi presero contatto con gli uomini bianchi. Erano i conquistadores di Pizzarro,poco più di 180 uomini,perfettamente equipaggiati:gente senza scrupoli,giunti in SudAmerica alla ricerca di oro e terre da conquistare.



Atahualpa avrebbe potuto facilmente frenare la piccola armata,e probabilmente distruggerla con poco;i suoi esploratori inviarono dispacci con i quali raccontavano come quelli che avevano di fronte fossero uomini straordinari,si,ma pur sempre uomini;mangiavano e bevevano come uomini,avevano delle armi terribili,che lanciavano il tuono,ma che avevano bisogno di molto tempo per ricaricarsi;in quanto ai cervi,che altro non erano che cavalli,animali sconosciuti ai popoli del Sud America,di notte non vedevano e di giorno,separati da coloro che li cavalcavano,erano perfettamente inutili.



Atahualpa commise così il primo dei tre errori fatali,che avrebbero potuto dare una svolta alla storia;invece di attaccare,ordinò che gli spagnoli fossero lasciati liberi di raggiungerlo.

Sicuramente influì la leggenda che voleva il ritorno del Dio Quetzacoatl,raffigurato dagli inca come un uomo di pelle bianca e con la barba,che aveva annunciato il suo ritorno alla guida di molti altri uomini bianchi,così come influì,nella decisione del re,il desiderio di conoscere da vicino quegli uomini con le loro strane cavalcature;e forse influì,in maniera determinante,la paura e la sovrastima della loro potenza militare,in realtà molto ma molto inferiore al previsto.

Siamo nel 1533,e l’incontro tra i due uomini,appartenenti a due culture così differenti,avviene tra sospetti e paure;nelle cronache di Garcilaso de Vega,è raccontato un aneddoto,che ricorda come un sacerdote cattolico abbia mostrato al re una Bibbia,dicendo che la dentro c’era la parola di Dio.



Atahualpa avvicinò il libro all’orecchio,poi,irato scaraventò il libro per terra,dicendo testualmente:”qui dentro non c’è nulla”.

Pizarro,dopo poco,ruppe gli indugi.

Aveva attraversato l’oceano per conquistare terre e oro,e li,aveva sotto mano la gloria e la ricchezza.

Fece prigioniero il re inca,e,approfittando delle divisioni esistenti all’interno della nobiltà inca,parte della quale ancora fedele a Huascar,assunse la carica di governatore del regno Inca.



Atahualpa fu incarcerato,e fece il secondo errore che gli costò in seguito la vita.

Tentò di barattare la sua libertà con dell’oro.

Promise all’avido capitano,”tanto oro da riempire la stanza dove era prigioniero,fino all’altezza dove poteva giungere il braccio”

Pizarro accettò,e così nobili inca furono ìnviati verso l’interno per raccogliere dai sudditi dell’imperatore gioielli,oro e argento per il riscatto.



In poco tempo una mole impressionante di oro e argento giunse nella reggia di Atahualpa;ma solo una parte,quella concordata con il crudele conquistadores,venne accumulata nella stanza dove era prigioniero il re.

Molto più della metà dell’oro raccolto fu prudentemente tenuta in disparte dai sacerdoti.



5500 chili d’oro,15.000 chili d’argento vennero così accatastati ai piedi di Pizarro.

Che mostrò immediatamente la tempra di cui era fatto.

Lungi dal liberare il re,lo condannò a morte.

Atahualpa affrontò con dignità il suo destino;chiese soltanto di non essere bruciato sul rogo.

Secondo il credo inca,un corpo bruciato avrebbe vagato senza meta per l’eternità.

Pizarro acconsentì in cambio della promessa da parte del re di un suo battesimo.

Così Atahualpa si convertì alla religione cristiana, venne strangolato invece che bruciato sul rogo.



Era il 1533,e di fatto la civiltà inca cessò di colpo.



Pisarro cercò di impadronirsi dell’altra parte dell’oro raccolto,ma per quanto torturasse,per quanto uccidesse,non riuscì più a mettere le mani sul tesoro degli inca.

Che lo nascosero nella foresta,in modo così perfetto da rendere le tracce assolutamente introvabili.

Nacque così ala leggenda dell’oro di Atahualpa,che venne cercato un po’ dappertutto,ma senza alcun esito

Una leggenda con fondamenta storiche,che coinvolse ricercatori e studiosi,avventurieri,che esplorarono la giungla.

Ma che nasconde,ancora oggi,le sue tracce e che sfugge ad ogni tentativo di ritrovamento.

I GENOCIDI APPROVATI DALLA CHIESA CATTOLICA
LA STORIA E’ SEMPRE SCRITTA DAI VINCITORI


Durante le ricerche effettuate in merito alle vere origini del cristianesimo e alla storia della Chiesa cattolica, lo studioso si imbatte spesso in storie di “ordinaria follia”. Quello che i testi di storia riportano, e cercano di insegnare agli studenti, sono solo notizie frammentarie, per lo più redatte dai consueti vincitori. Il vero problema è che tutto quello che si cela sotto questa pseudo – verità, è in realtà la parte più autentica e consistente del nostro retroterra storico. Sebbene l’omertà sia un vizio piuttosto diffuso, spesso, una voce fuori dal coro, riesce a destabilizzare tutto il costrutto teorico di secoli di verità celate.

Dopo che Cristoforo Colombo, nel 1492, fece la scoperta del nuovo continente, l’evoluzione storica dell’Europa ebbe un’improvvisa svolta: la brama di conquista, di nuove terre, di tesori nascosti, fece presa sulla maggioranza delle più importanti figure dell’epoca, Papa compreso.

Fu proprio il pontefice Alessandro VI Borgia che, con la bolla “Inter Caetera”, suddivise l’intero globo tra le principali potenze coloniali europee (principalmente spagnoli e portoghesi).

Ed è proprio dalla fine del XV secolo che iniziarono i guai per i popoli dell’America Latina. Lo stesso Cristoforo Colombo (come ci riferiscono cronisti dell’epoca) sognava di poter armare una nuova crociata in Terra Santa con l’oro “delle Indie”. C’è anche da dire che, quando lo stesso Colombo sbarcò a Cuba, i suoi abitanti erano circa otto milioni. Quattro anni dopo, grazie alla politica colonialistica europea, avallata e benedetta dai pontefici di turno, la popolazione dell’isola caraibica era scesa a poco meno della metà.

L’opera di conquista e sfruttamento del nuovo continente passava attraverso lo sterminio indiscriminato delle popolazioni autoctone, condotta dai conquistadores, sotto l’egida dei reali di Spagna e della fede cattolica. Tali condottieri avevano sempre al loro fianco dei “bravi sacerdoti”.

Hernando Cortez, Francisco Pizarro, Hernando De Soto, Pedro De Alvarado e molti molti altri, forti della schiacciante superiorità tecnologica e militare di cui erano in possesso, annientarono fiorenti civiltà come quella Maya, quella Inca e quella Azteca. Tale evento passò attraverso lo sterminio di milioni di persone.

Nei “Racconti aztechi della conquista”, raccolti da dei francescani, viene esplicitamente espresso che, sin dall’inizio, il massacro dei nativi americani, fu “benedetto da Dio”. Lo stesso Cortés era appoggiato dallo Stato pontificio: “questa era la volontà del Papa che aveva dato il suo assenso alla loro venuta”.

La conquista auspicata da Dio, e agita dai vari conquistadores, come detto poco prima, portò ad un vero e proprio genocidio: in Messico, in poco più di un secolo (1520 – metà del ‘600), la popolazione passò da 12 milioni di abitanti, a meno di un milione e trecentomila persone (il 90% della popolazione era stato sterminato); agli inizi del ‘500 i nativi del continente centro – sud americano erano all’incirca 70 milioni di persone. Alla metà del ‘600 erano ridotti a 7 milioni.

I racconti sulle atrocità dei conquistadores ci sono pervenuti grazie all’opera di alcuni missionari, anche se alle volte erano gli stessi “massacratori” che inviavano ai propri reggenti, dei resoconti dettagliati sulle procedure adottate: e nessuno ebbe mai a lamentarsi, né i reali di Spagna, tanto meno lo Stato Pontificio.

Le atrocità perpetrate contro gli indios sono state qualcosa di talmente crudele ed inumano che risulta difficile anche solo immaginare come un uomo possa compiere certi gesti con una tale efferatezza, senza subire alcuna condanna da parte della gerarchia ecclesiastica, e senza dover rispondere ad alcun tribunale costituito.


Continua…



Riferimenti bibliografici:

- J. Fo, S. Tomat, L. Malucelli: “Il libro nero del cristianesimo”

- Tzvetan Todorov: “La conquista dell’America. Il problema dell’ “altro”

- David E. Standard: “Olocausto americano: la conquista del nuovo mondo”

- T. Todorov, G. Baudot: “Racconti aztechi della conquista”

- Charles Fair: “Storia della stupidità militare”


I GENOCIDI APPROVATI DALLA CHIESA CATTOLICA
UN GENOCIDIO LEGALIZZATO
PARTE II


La conquista del Nuovo Continente, ad opera di persone senza scrupoli e votate alla distruzione indiscriminata, oltre all’appoggio incondizionato della Chiesa cattolica, aveva una base, per così dire, “legale”: il REQUERIMIENTO.
Si trattava di un documento che i conquistadores leggevano, rigorosamente in spagnolo, a coloro che stavano per essere sottomessi, prima dei massacri sommari.
La figura centrale di questo documento, paradossalmente, era Cristo, considerato “capo della stirpe umana”. Gesù donò il potere a Pietro (e anche qui ci sarebbe da discutere!), e questi ai suoi successori: i vescovi di Roma. Uno di questi pontefici, il ben noto Alessandro VI Borgia, donò il continente americano agli spagnoli, dichiarati quindi “legittimi dominatori”.
Le conseguenze furono tragiche, in termini di vite umane, di sviluppo economico e sociale!!

“Con ciò garantisco e giuro che, con l’aiuto di Dio e con la nostra forza, penetreremo nella vostra terra e condurremo guerra contro di voi…per sottomettervi al giogo e al potere della Santa Chiesa…infliggendovi ogni danno possibile e di cui siamo capaci, come si conviene a vassalli ostinati e ribelli che non riconoscono il loro Signore e non vogliono ubbidire, bensì a lui contrapporsi…” (tratto dal documento “Requerimiento”)

Le testimonianze degli storici, i racconti dell’epoca ed i documenti ufficiali relativi alla conquista del nuovo mondo, narrano di eventi di inaudita ferocia e crudeltà, dove il rispetto per gli esseri umani, uomini, donne o bambini che fossero, era inesistente. Solo l’accecante brama di conquista, ricchezza e potere spingeva i colonizzatori a degli atti efferati, dei veri e propri “crimini contro l’umanità”.

“Agli spagnoli piacque escogitare ogni sorta di inaudita atrocità…Costruirono pure larghe forche, in modo tale che i piedi toccassero appena il terreno (onde evitare il soffocamento), ed appesero – ad onore del redentore e dei dodici apostoli – ad ognuna di esse, gruppi di tredici indios, mettendovi sotto legna e braci e bruciandoli vivi” (tratto da una testimonianza dell’epoca – in bibliografia).


In altre situazioni gli spagnoli inventarono altre “piacevolezze”:

“Spesso staccavano ad uno un braccio, ad altri una gamba o una coscia, per troncare di colpo la testa a qualcun altro, non diversamente da un macellaio che squarta le pecore per il marcato”

Vasco de Balboa ne fece sbranare quaranta dai cani affamati!!
Spesso e volentieri le uccisioni degli indios non erano che un atto di pura ed immotivata crudeltà:

“Alcuni ‘cristiani’ incontrarono un’indiana con un neonato tra le braccia, a cui stava dando il latte; il cane che li accompagnava era affamato. Questi ‘uomini’ strapparono il bambino dalle braccia della madre e lo gettarono vivo in pasto al cane che, sotto i suoi occhi, lo fece a pezzi. Altre volte, se capitava che un neonato piangesse, gli stessi ‘cristiani’, prendevano la piccola creatura per le gambe e lo sbattevano contro le rocce”

Le atrocità commesse dalla “civiltà” colonizzatrice degli spagnoli sembravano essere la risultante dello sfogo ad ogni più macabra fantasia. Agli indios venivano amputate mani, piedi, naso, orecchie, genitali, mammelle, lingua.
Ad un enorme albero, sui cui rami erano state impiccate un gran numero di indiane, lo scempio era stato completato appendendo alle loro caviglie, per la gola, i loro figli piccoli.
La storia ci insegna, al di là di ogni possibile controversia, che questa è stata la civiltà portata dai colonizzatori, i famosi conquistadores.


Riferimenti bibliografici:
- Tzvetan Todorov: “La conquista dell’America. Il problema dell’altro”
- David Stannard: “Olocausto americano: la conquista del nuovo mondo”
- T. Todorov, G. Baudat: “Racconti aztechi della conquista”

I CRIMINI DELLA CHIESA

giovedì 11 marzo 2010


IL MOVIMENTO PER L'EMANCIPAZIONE FEMMINILE
dalle origini alla fine dell'Ottocento


( di PAOLA MOCCHI )

< < ( VEDI ANCHE: I COSTUMI SESSUALI NELL'ITALIA DEL '900 )

OPERAIE E NOBILDONNE FIANCO A FIANCO
PER L'EMANCIPAZIONE
Grande vittoria nel 1893: la Nuova Zelanda è il primo Paese del mondo che ammette al voto l'altra metà del cielo

donne al lavoro in fabbrica

 
 

La corsa alla conquista dei diritti femminili favorita dalla rivoluzione francese e a cui l'illuminismo aveva fornito un'inesauribile riserva di strumenti intellettuali, venne violentemente arrestata, nel 1804, dall'emanazione del codice di Napoleone che diede corpo all'idea che la donna fosse proprietà dell'uomo e il suo compito primario quello di restare relegata in casa. 

Portalis, uno dei preparatori del codice, in base al solito principio della legge di natura che, secondo lui, relega le donne in una condizione di inferiorità, sostenne che "Non è quindi in una nostra ingiustizia, ma nella loro naturale vocazione, che le donne devono cercare il principio dei più austeri doveri che sono imposti a loro maggior beneficio e a profitto della società". E nella prima metà dell'800 il movimento per l'emancipazione che si era via via allargato fino a coinvolgere le classi meno privilegiate, si ritirò, tornando ad essere appannaggio di un'élite politica e culturale.

Alla lotta veniva fornita
una matrice a volte marcatamente socialista, secondo le più diffuse teorie del dibattito filosofico in corso, altre volte di tipo nazionale e democratica, secondo le aspirazioni degli stati europei a partire dagli anni '20. In Italia troviamo Bianca Milesi, soprannominata dal Cattaneo 'l'emancipata Milesi'; essa, dopo aver studiato in Austria e Svizzera, tornò nel suo paese natio, diffuse le innovative tecniche educative che aveva appreso, e creò scuole popolari di mutuo insegnamento, dando vita anche ad una sezione femminile della carboneria per la diffusione delle idee mazziniane. Tra le sue discepole predilette c'era Cristina Trivulzio principessa di Belgiojoso la quale fu una vera e propria riformatrice sociale e promotrice, ovunque si recasse, della causa dell'unità nazionale secondo le idee repubblicane di Mazzini e sociali di Saint Simon. 

Nel 1849, durante l'assedio di Roma, sollecitata da Mazzini, lei, colta, ricca e aristocratica, mise insieme un gruppo di "scostumate" popolane e organizzò il pronto soccorso e il servizio ospedaliero per i feriti. Di queste nobildonne che aprivano i loro salotti a patrioti, letterati ed artisti permettendo la circolazione e lo sviluppo delle idee e che si dedicarono in particolar modo alla causa dell'elevazione culturale della donna, creando asili, circoli, scuole innovative, ve ne sono tantissime. Ricordiamo Matilde Calandrini in Toscana, Emilia Peruzzi a Roma, la quale tra l'altro indusse il marito, deputato del primo parlamento italiano, a presentare un progetto di legge a favore delle donne, e Laura Mantegazza e Clara Maffei a Milano:

"Nel piccolo appartamento
in via Bigli, dove la contessa Maffei riceveva ogni sera, si incontravano persone serie, vecchi patrioti, uomini di studio e di bella fama, ma vi intervenivano anche signore del mondo elegante, artisti, giovani che vedremo poi nel 1859 varcare il Ticino e arruolarsi tra i volontari. Nelle serate in casa della contessa si discorreva piacevolmente di cose serie e di cose liete, si discorreva di politica, di letteratura, d'arte, e dei fatterelli cittadini; si scherzava e si rideva, ma l'intonazione generale era sempre altamente patriottica. La contessa Maffei, di natura indulgente e mite, diventava fiera e intransigente ogni volta che fosse in questione il Governo straniero. Si pensi con quanto entusiasmo essa e i suoi amici prendessero parte, in quell'inverno del 1858, alla lotta contro l'arciduca Massimiliano (d'Asburgo, ndr) che ferveva nella società milanese...". 

Tra gli ospiti più rinomati di casa Maffei vi erano Giuseppe Verdi, che confidava spesso i suoi pensieri alla contessa la quale possedeva la virtù rara e preziosa di serbare i segreti, e Balzac che "rimase incantato dalla piccola Maffei e non tardò a provarne un'amicizia dolce, tenera che si confondeva con l'affetto... Egli voleva essere sempre aiutato dalla parola consolatrice della donna gentile, dalla sua stretta di mano, dal suo sorriso. La poesia dei suoi ideali strideva, peraltro, un po' troppo nel confronto della prosa del suo corpo pesante col quale sfondava le poltrone del salotto Maffei... A lui avvezzo a Parigi, non piaceva Milano; si mostrava querulo, rannuvolato, solo il prestigio della Maffei... aveva il potere di ridestarlo dalla tetraggine" (M.I. Palazzolo, I salotti di cultura nell'Italia dell'800, pp. 91, 109). 

Intanto in America, nella seconda metà del XVIII secolo, assistiamo a decise ma individuali azioni di impronta femminista, come quella di Abigail Adams che nel 1776 chiese ad un membro del Congresso di tenere conto, nel nuovo Codice delle leggi, i diritti delle donne: naturalmente non venne ascoltata.

Nel 1843 veniva redatto
il primo vero e proprio manifesto femminista americano da parte di Margaret Fuller. Il manifesto fu pubblicato dapprima come saggio dal titolo L'uomo contro gli uomini - La donna contro le donne, all'interno della rivista The dial. Ma nel 1845 fu rielaborato e apparve col titolo La donna nel XIX secolo

Verso la metà del secolo, smorzatosi l'ondata maschilista che aveva messo a tacere le speranze nate con la rivoluzione, il femminismo si rianimò, uscì definitivamente dai salotti, passò dalle elaborazioni teoriche individuali ad un'organizzazione più solida. I giornali fondati e diretti da sole donne si moltiplicarono e divennero tanto più importanti quanto più dietro di essi prendeva corpo un'associazione femminile. 

Nel 1832 in Francia, Desirée Verret e Marie-Reine Guindorf fondarono la La femme libre espressione del femminismo sansimoniano della classe operaia, che invitava tutte le donne, pagane e cristiane, a collaborare. In seguito il giornale fu preso sotto la direzione di Suzanne Voilquin, un'operaia ricamatrice di Parigi che, ottenuta la separazione dal marito, prese a viaggiare e riuscì a studiare travestendosi da uomo. Essa cambiò sia il nome del giornale con quello di La Tribune des Femmes, sia impostazione, avvicinandosi di più alle dottrine fourieriste. Famose sono rimaste le battaglie de La Tribune a favore dell'indipendenza delle colonie e contro la prostituzione, quelle per l'indipendenza economica delle donne, per l'educazione e la formazione paritaria a quella dell'uomo e il libero amore.

Le collaboratrici si firmavano
con il solo nome di battesimo per restare nell'anonimato, ma anche per rifiutare il cognome del marito, simbolo della prepotenza maschilista. Nel 1834 la repressione politica mise fine a quest'esperienza editoriale. La Gazette des Femmes invece dava voce alle aspirazioni delle donne della borghesia, che come contribuenti, esse sostenevano, dovevano beneficiare degli stessi diritti politici e civili. Erano tre le direzioni i cui si muoveva la propaganda del giornale: il diritto di petizione, per concedere alle donne un'esistenza legale, il diritto ad essere sostenute in tutte le iniziative da loro intraprese e il diritto a che venissero condannati tutti i delitti perpetrati contro di esse. Altro giornale importante fu Le Journal des Femmes, di ispirazione borghese-cristiana diretto da Fanny Richomme, che contro le teorie sansimoniane, ma anche contro l'ideale di donna austera auspicata dalla Chiesa, sosteneva la teoria del giusto mezzo, promuovendo l'immagine di una donna 'umana' con il diritto ad essere educata, di divorziare, di rifiutarsi di sottostare a matrimoni combinati.

Dopo il 1848, con la seconda repubblica, il femminismo francese acquisì nuovo slancio e si può definire a tutti i diritti di tipo socialista, caratterizzato com'era dalla lotta per il miglioramento delle condizioni materiali e della propaganda delle idee. I più famosi giornali femministi di questo periodo furono La Voix des Femmes che esprimeva il suo slogan in questi termini: una nuova concezione dell'esistenza implica una rivoluzione per tutti e per tutte, e La Politique des Femmes, che assumerà la guida del movimento femminista. Nel giugno del '48 ci fu una sanguinosa repressione che censurò tutti giornali femministi, ma appena un anno dopo L'Opinion des Femmes denunciò tutti i soprusi subiti.

Era tra l'altro questo
il periodo in cui scrittori e disegnatori famosi si dilettavano nell'arte della derisione del personaggio della femminista. Flaubert con il romanzo L'educazione sentimentale la mise alla berlina con non poca cattiveria mentre Honoré Daumier e Paul Gavarni le dedicarono sarcastiche caricature, esprimendo in questo modo il disagio di chi, non sapendo né rinunciare ad una posizione da sempre assimilata, né come porsi di fronte agli assalti al proprio secolare predominio, risolveva il problema con una risata. 
Nel 1849 abbiamo la fondazione di una rivista femminista tedesca Frauen Zeitung ad opera di Louise Otto. La redazione del giornale assunse un'importanza cruciale perché divenne il punto di incontro delle femministe tedesche, ma fu soppresso nel '52 perché nelle associazioni politiche era stato vietato introdurre le donne. Nel '65 la Otto insieme a delle collaboratrici fondò "L'Unione generale delle donne tedesche" arrogandosi il diritto di parlare e organizzarsi pubblicamente; l'"Unione", perseguendo l'autonomia e il self-help femminile, durò fino all'avvento del nazismo. Nel '59 in Inghilterra l'Englishwoman's Journal la cui redazione divenne sede di molti dei più importanti gruppi femministi inglesi, si batté a lungo per il miglioramento dell'educazione delle ragazze. Ma più interessante è dare uno sguardo al femminismo di matrice protestante che nacque in Inghilterra nella prima metà del XIX secolo.

Un vigoroso impulso
a questo femminismo lo diede il movimento antischiavista promosso a Boston dal giornalista calvinista William Lloyd George che fece appello alla sensibilità femminile perché prendesse a cuore la causa per la liberazione delle donne di colore. L'appello arrivò in un momento storico propizio, quando cioè schiere di donne nel mondo occidentale scalpitavano perché venisse loro offerta l'occasione giusta, anzi, un'occasione qualunque, per poter dare voce alle proprie rivendicazioni: in pochissimo tempo vennero fondati tre gruppi antischiavisti femminili protestanti in cui operavano all'unisono donne nere e donne bianche. 
Davanti alle chiese e in mezzo alle piazze queste donne protestavano e indottrinavano gli ascoltatori sulle ingiustizie perpetrate ai danni delle popolazioni di colore con il benestare della chiesa. L'azione dei pastori protestanti non tardò a farsi sentire e per mezzo di una lettera pastorale, con l'ausilio di citazioni tratte dal Nuovo Testamento, si avvertirono le donne di non occuparsi di affari pubblici. Ma queste prontamente risposero per bocca di Angelina Grimké: "Non è soltanto la causa degli schiavi che noi difendiamo, ma quella della donna come essere morale e responsabile". 

Detto fatto, e nel 1838 la sorella di Angelina, Sarah, pubblicò il primo manifesto del femminismo protestante contemporaneo, Letters on the Equality of the Sexes, and the Condition of Woman. Ricordiamo che queste donne erano ferventi cristiane e nella loro azione contavano sull'appoggio di Dio. Proprio per questa ragione esse cominciarono a portare avanti un attento studio sulla Bibbia, una vera e propria esegesi biblica femminile, per riscontrare nella Sacra Scrittura tutti i punti in cui veniva ribadito il principio che entrambi i sessi hanno stessi diritti e stessi doveri. Il motto più famoso del femminismo protestante del XIX secolo rimarrà questo: "Pregate Dio, Esso vi esaudirà".

Da questo movimento
prenderanno corpo tutta una serie di opere sociali finalizzate al recupero delle prostitute, delle carcerate e degli ospedalizzati. Tornando in Francia, è la rivoluzione del 1871 che instaurò la "Comune" di Parigi, l'altra occasione offerta alle donne per rinsaldare il loro spirito di corpo; Louise Michel, Léodile Champseix, Paule Minck scrivevano sui giornali e viaggiavano di città in città per parlare dell'importanza di difendere la Comune: "Se Parigi cade - dichiaravano - il giogo della miseria vi resterà sul collo e passerà sulla testa dei vostri figli... La terra al contadino, l'arnese all'operaio, il lavoro a tutti". 

L'11 aprile un gruppo di donne, tra cui Nathalie Lemel, creò l'"Unione delle donne". Formato in prevalenza da operaie, l'"Unione" si prefiggeva compiti di tipo assistenziali e, costituendo in ogni quartiere circoli e club, dava a tutte le donne la possibilità di esprimersi liberamente sui problemi che le tormentavano. Ma, solo dopo pochi mesi, le truppe di Thiers, diedero inizio ad una vera e propria guerra contro i rivoluzionari per riprendersi il potere. 
Nemmeno in questo momento le donne rinunciarono all'azione e, se da una parte imbracciarono i fucili come la Michel, dall'altra portarono avanti una poderosa opera di propaganda per sostenere gli animi: il 6 aprile del '71 comparvero su tutti i muri di Parigi mille manifestini dell'"Unione delle donne" che recitavano così: "In nome della rivoluzione sociale che acclamiamo, in nome della rivendicazione dei diritti al lavoro, all'uguaglianza e alla giustizia, l'"Unione delle donne" per la difesa di Parigi e per i soccorsi ai feriti protesta con tutte le sue forze contro l'indegno proclama alle cittadine apparso l'altro ieri a cura di un gruppo anonimo di reazionarie.

Il suddetto proclama
invita le donne di Parigi ad appellarsi alla generosità di Versailles e a chiedere la pace a qualsiasi prezzo. La generosità di vili assassini! Una cooperazione tra libertà e dispotismo, tra il popolo e i suoi boia! No, non è la pace, ma la guerra a oltranza che i lavoratori di Parigi reclamano! Oggi una conciliazione sarebbe un tradimento!... Sarebbe rinnegare tutte le aspirazioni operaie che hanno acclamato la rivoluzione sociale assoluta, l'annientamento di tutti i rapporti giuridici e sociali ora esistenti, la soppressione di tutti i privilegi, di ogni genere di sfruttamento, la sostituzione del regno del lavoro con quello del capitale, in una parola la liberazione del lavoratore da parte del lavoratore!... Unite e risolute, cresciute e illuminate dalle sofferenze che seguono sempre le crisi sociali, profondamente convinte che la Comune, testimonianza dei principi internazionali e rivoluzionari dei popoli, porti in se stessa i germi della rivoluzione sociale, le donne di Parigi proveranno alla Francia e al mondo che anch'esse, nel momento del pericolo supremo - sulle barricate, sulle mura di Parigi, qualora la reazione forzasse le porte - sapranno donare come i loro fratelli il sangue e la vita per la difesa e il trionfo della Comune, cioè del Popolo!" A tali parole il capitano Jouenne, nella requisitoria durante il processo contro le 'incendiarie', rispose: 

"L'orribile campagna cominciata il 18 marzo scorso contro la civiltà... doveva portare davanti a voi non solo gli uomini dimentichi dei loro doveri più sacri, ma anche, ahimè! delle creature indegne che sembrano aver assunto l'impegno di essere l'obbrobrio del proprio sesso e di ripudiare il ruolo immenso e magnifico della donna... Ecco dove conducono tutte le pericolose utopie! L'emancipazione della donna predicata da dottori che non sapevano quale potere fosse loro dato esercitare e che, nei momenti della sommossa e della rivoluzione, volevano arruolarsi come ausiliari. Non si è fatto di tutto per tentare queste miserabili creature, facendo scintillare dinanzi ai loro occhi le più incredibili chimere? Delle donne avvocato! Magistrato! Membro del foro! Sì, deputato forse! E chi sa? Comandanti! Generali d'armata!". 

Il femminismo che scaturì in seguito all'esperienza della Comune fu di tipo liberale, sulla scia di quello inglese imperniato sul principio: "chi non è rappresentato in parlamento non paga le tasse" e fu interpretato dal giornale repubblicano La Fronde di Marguerite Durand. La Fronde, tra l'altro, aprì un ufficio gratuito di collocamento e una delle sue più importanti collaboratrici, Caroline Rémy, fu la prima donna giornalista a vivere del proprio lavoro. In Italia nella seconda metà del XIX secolo vi fu un risveglio in senso femminista. A differenza della Francia, erano soprattutto le intellettuali borghesi che si impegnavano in campo sociale e con la loro opera costituivano movimenti di sensibilizzazione.

Alessandrina Ravizza nel 1868
si introdusse nella "Associazione generale di mutuo soccorso delle operaie di Milano" e fondò, in insieme a Laura Mantegazza, le scuole professionali femminili. 
Nel 1879 costituì la cucina per ammalati poveri a cui si aggiunse, grazie anche ad Anna Kuliscioff, un ambulatorio medico ed un magazzino cooperativo benefico che doveva offrire lavoro e generi alimentari a basso prezzo. 
Ben presto la Ravizza si accostò a gruppi di femministe impegnandosi in una serie di iniziative di opposizione ai tentativi reazionari di fine secolo. Come la Ravizza, le femministe italiane di fine secolo erano perlopiù donne senza figli, animate da ideali romantici e populisti, vicine agli ambienti socialisti e anarchici. Come lo fu Sibilla Aleramo, al secolo Rina Faccio. Di formazione positivista, perseguiva l'ideale di un socialismo unitario e interclassista e si impegnò in particolar modo per l'alfabetizzazione della popolazione. 

Parallelamente al femminismo di ispirazione socialista se ne sviluppò uno di ispirazione cattolica che si differenziava dal primo per i motivi ispiratori: mentre quello socialista rivendicava parità giuridica economica e sociale, l'altro riconosceva una comune vocazione soprannaturale dell'uomo e della donna e cioè una uguale partecipazione alla missione della Chiesa nel mondo. 
Luisa Anzoletti si batté a lungo per contrastare il tipo di educazione frivola e superficiale riservata alle donne e proponeva l'immagine della donna forte della Bibbia che si impegna in prima persona per il progresso civile. I mensili Azione muliebre e La donna del popolo, si proponevano la diffusione di queste stesse idee. 
Risulta chiaro che era principalmente il problema dell'educazione che stava a cuore e sollecitava le varie iniziative: verso la fine del secolo l'immagine della donna istitutrice che riesce a mantenersi da sola, era diventata una specie di immagine femminista ideale.

Ma anche la donna nubile,
cittadina, viaggiatrice e colta costituiva un modello altrettanto idealizzato. Christabel Pankhurst dichiarò che il nubilato per lei assumeva un significato politico, una chiara scelta contro la schiavitù sessuale. Ricordiamo che le rivendicazioni sessuali femministe, cioè quelle che riguardano specificamente il corpo, presero piede solo nell'ultimo quarto del XIX secolo. Prima di allora una specie di pudore o di convenienza sociale aveva fatto sì che ci si fermasse a rivendicare diritti in materia di divorzio e matrimonio. Ed è solo al volgere del nuovo secolo che le proteste contro gli abusi sessuali si scatenarono con violenza, in special modo in Inghilterra e in America dove i progressi giuridici sulla proprietà, sul divorzio, l'educazione e il voto erano maggiori.

Due tra le femministe ottocentesche nostrane che hanno segnato un'epoca, sono Anna Maria Mozzoni e la già citata Anna Kuliscioff. La Mozzoni, donna di grande cultura, apprese le tesi socialiste di Saint-Simon e Fourier e condivideva l'atteggiamento critico di Cattaneo nei confronti della soluzione piemontese data al problema dell'unità d'Italia. Secondo la Mozzoni le cittadine lombarde con l'annessione al Piemonte, erano regredite socialmente. Nel 1868 fondò la rivista cosmopolita La donna, nel 1881 aderì al partito operaio indipendente e insieme alla Kuliscioff costituì la "Lega per la promozione degli interessi femminili".
Partecipò alla formazione del partito socialista ma non vi aderì, con grande rammarico della Kuliscioff che non glielo perdonò mai. 
Quest'ultima, proveniente dalla Russia, laureata in medicina e di cultura marxista, era più attenta agli aspetti storici delle questioni sociali. Portò avanti un serrato lavoro redazionale che culminò con la creazione della Rivista Internazionale del Socialismo nel 1881. Il suo impegno è contenuto e spiegato nella sua più famosa conferenza tenuta a Milano il 27 aprile 1890 dal titolo "Il monopolio dell'uomo". Fu soprannominata la 'dottora dei poveri' per il suo impegno a favore di tutte le donne operaie e contadine umiliate senza fine 'con 'martirio ignoto'. 
In La Mozzoni, la Kuliscioff e tante altre, Ludi Cavalli parla di due poli della lotta della donna, in Italia, alla fine del secolo scorso: le istanze del femminismo, rappresentate dalla Mozzoni e la questione sociale, di cui è maggiore esponente la Kuliscioff. Per la prima infatti la democrazia non avrebbe apportato nulla se non si fosse risolto il problema della donna, mentre per la seconda prioritario rimase sempre il problema del proletariato femminile e quindi il socialismo. 
Comunque sia è da sottolineare che né il movimento socialista né quello marxista fecero propria la causa femminista in modo spontaneo. I teorici del marxismo sposarono la causa dell'emancipazione femminile grazie all'opera lunga e faticosa di femministe come Clara Zetkin, la quale riuscì a fare adottare, ma senza un grande impegno, lo slogan 'uguale salario ad uguale lavoro'. 
Nella II Internazionale socialista infatti, e ancora meno nella I, le richieste femminili furono totalmente ignorate o trattate con superficialità. Nel 1870 intanto a Ginevra si era tenuto il primo congresso internazionale delle donne in cui si era discusso prioritariamente dell'inutilità del conflitto franco-prussiano allora in corso e naturalmente dell'ingiusta discriminazione sessista.

Nel '78 a Parigi si tenne
un altro congresso internazionale a cui parteciparono francesi, tedesche italiane, svedesi, russe e polacche e inglesi, le più agguerrite, che alla guida di Josephine Butler stavano combattendo la battaglia contro la prostituzione legalizzata. La Butler si batteva contro il controllo amministrativo e medico delle prostitute, sostenendo che tale controllo costituiva un 'sacrificio delle libertà femminili' alla 'schiavitù del desiderio maschile' e nei comizi indugiava a descrivere nei dettagli lo 'stupro meccanico della visita ginecologica'. La regolamentazione, secondo le femministe, proteggeva e autorizzava il vizio maschile e non risolveva il problema delle prostitute spesso spinte sulla strada dal sistematico sfruttamento sociale ed economico imposto dallo stato a tutte le donne. 
La Butler propugnava allora un'opera di recupero di queste donne, ma sempre riconoscendo loro una fondamentale libertà di gestire la propria vita. L'entusiasmo della Butler trascinò molti altri paesi europei nella lotta per l'abolizionismo della regolamentazione, anche se in ogni paese tale lotta assunse tinte specifiche. In Germania ad esempio, si formò un gruppo di donne che oltre ad accusare il governo di farsi complice dello sfruttamento della prostituzione, portò avanti una vera e propria lotta di repressione morale della prostituzione stessa. Relativamente all'aborto invece le femministe ottocentesche erano schierate pressoché tutte contro questa pratica e lottavano perché venisse messa fuori legge.

Esse sostenevano che l'aborto
facesse parte dello sfruttamento sessuale e del degrado delle donne, così come la contraccezione, altra pratica messa al bando. Secondo Judith Walkowitz (Sessualità pericolose) le cause di queste prese di posizione che si ribalteranno completamente nel secolo seguente, sono da individuare nella diffidenza delle femministe verso i medici accusati di esercitare un'autorità illegittima sul corpo della donna. 
D'altra parte le stesse femministe erano contrarie alla separazione della sessualità femminile dalla riproduzione, convinte che la contraccezione e l'aborto rendessero le donne impure, simili a prostitute e vulnerabili alle richieste maschili. Anche il gruppo di neo-malthusiane, che si costituì in Europa alla fine del secolo, se considerava la contraccezione un metodo onorevole, continuava a ritenere invece l'aborto una faccenda da bassifondi. In quegli anni uno dei centri più importanti per lo sviluppo del femminismo europeo, era Zurigo. Grazie alla sua posizione strategica al centro dell'Europa e a causa del fatto che la sua università, comprese le facoltà tecniche, era aperta alle donne, non erano poche coloro che lasciavano il proprio paese, spesso clandestinamente per approdare in Svizzera. Vi troviamo tra le altre Anna Kuliscioff, Clara Zetkin, Vera Figner, Louise Kautski, Aleksandra Kollontaj e Rosa Luxemburg che arrivò dalla Polonia nel 1889 nascosta in un carro di fieno. Franziska Tiburtius racconta: 'I capelli tagliati corti, gli enormi occhiali blu, il rotondo e lucido matelot, i vestiti tanto corti da sembrare fodere di ombrelli, la sigaretta, l'atteggiamento cupo e altezzoso, tutti questi divennero i dati caratteristici della studentessa'. 

Caratteristico aspetto del femminismo zurighese fu la rivendicazione del 'libero amore' e la lotta contro il matrimonio considerato borghese. Sempre nella seconda metà del XIX secolo bisogna far risalire la storia della lotta per il diritto di voto alle donne. Il primo convegno sui diritti delle donne si ebbe nel 1848 a Seneca Falls, in America, vicino a New York. Vi si radunarono 300 persone e alla fine fu redatto ad opera di alcune suffragiste come Susan B. Antony, Elizaberth Cady Stanton e Lucy Stone, una Declaration of sentiments dove si sanciva l'uguaglianza di diritti fra i sessi e ci si proponeva la lotta per il voto. Interessante è notare che in occasione di questo congresso fu sancito, forse per la prima volta, la fine del monopolio maschile della predicazione dal pulpito nelle chiese cristiane. 
In America, intorno al 1869, il movimento suffragista si articolava in due organizzazioni: la "National Women Suffrage Association" e l'"American Women Suffrage Association". Entrambi impegnati per lo stesso scopo, il suffragio, si proponevano però di raggiungerlo con metodi diversi. Il primo, più moderato e riformista, agiva soprattutto nella zona di Boston e di esso ne fu il portavoce il foglio Women's Journal; il secondo, più aggressivo e radicale, si muoveva soprattutto nell'area di New York. 
Solo nel 1890 le due si fusero nell'"American National Women Suffrage Association" a cui si unirono anche piccoli gruppi femminili e religiosi. In Inghilterra è nel 1860 che si forma la prima "Associazione per il suffragio alle donne" a cui aderirono Emily Davies, le sorelle Garrett e Barbara Bodichon. 
Nel 1866 affidarono al deputato e filosofo John Stuart Mill una petizione da presentare alla Camera dei Comuni che però non venne approvata dal primo ministro Gladstone. Solo coll'inizio del nuovo secolo il movimento prese impeto e violenza. Il primo stato nel mondo ad ottenere il suffragio allargato alle donne, anche grazie all'appoggio di gruppi di ispirazione religiosa, fu, nel 1893, la Nuova Zelanda. 

In Italia già nel 1863, su proposta dell'onorevole Peruzzi, la Camera dei deputati disputò la questione giuridica delle donne; e ancora avvenne nel 1871, su proposta dell'onorevole Lanza, nel '76 grazie a Nicotera e nell'80 e '82 fu la volta di Depretis, anche se il movimento suffragista italiano non ebbe mai la forza e la determinazione di quello inglese o americano.

di PAOLA MOCCHI   - di Storia in Network )

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

Storia delle donne. L'Ottocento, di Duby-Perrot - ed. Laterza
Le donne entrano in scena, di Annie Goldmann - ed Giunti
I salotti di cultura nell'Italia dell'800, di M. I. Palazzolo - ed. Franco Angeli
Esistere come donna, Catalogo della mostra di Palazzo Reale - Milano 1983

Ringrazio per l'articolo
concessomi gratuitamente
dal direttore di

 
 

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DA LEGGERE 

DA LEGGERE  DAL MEDIOEVO CON DOLORE > >


 

vai anche sul 1972, L'ALBA  delle LIBERAZIONE FEMMINILE

tabella "PIANETA DONNA"


 

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SCHEGGE    DI   STORIA


lunedì 8 marzo 2010

1492-1526

ANNO 1492-1493

INIZIO ERA MODERNA
(VIAGGIO DI COLOMBO - e una breve BIOGRAFIA)



(vedi anche COLONIALISMO e COLONIE E IMPERI )

1492: E' INIZIATO e si è concluso il primo viaggio di Colombo.
convenzionalmente é TERMINATA l'età del MEDIOEVO
COMINCIA IN EUROPA con il 1493 l' ETÀ MODERNA


(vedi qui le ESPLORAZIONI e altre notizie curiose su COLOMBO)

qui la RELAZIONE UFFICIALE DI COLOMBO AL RE DI SPAGNA

Nella penisola italiana invece, le invasioni straniere portano in Italia eserciti assoldati da altri popoli, che non la lasceranno in pace per quasi tre secoli. La fine delle libertà italiane comincia fatalmente con la marcia di questi eserciti.    

A iniziare é CARLO VIII, re di Francia, nel settembre del prossimo anno.    
Poi un susseguirsi di guerre fra principi stranieri che combattono sul suolo italiano, se lo dividono a piacimento, lo insanguinano, lo saccheggiano, tolgono all'Italia per trecento anni il sogno d'indipendenza, e quel piccolo desiderio di rivedere le antiche glorie di un'epoca che sembra a tutti ormai molto lontana, oltre dieci secoli di esistenza grigia, e sepolti nella polvere fasti, cultura, arte, civiltà..    
Riprenderemo questo periodo il prossimo anno nel 1494    

Prima ripercorriamo in una sintesi  la scoperta di Colombo e in fondo, vi rimandiamo alle scoperte che seguirono    

Il 3-agosto, da Porto Palos, salpa CRISTOFORO COLOMBO con le tre caravelle, la Nina, la Pinta e l'ammiraglia Santa Maria.    
Rispettivamente di 100, 140 e 200 tonnellate di stazza. Piccole se pensiamo che c'erano navi da 600-700 tonnellate (i carrak o caracche). I Galeoni solo in seguito saranno costruiti, a Venezia, tra il 1526 e il 1530 dal mastro d'ascia Matteo Bressan. Furono questo tipo di navi che in seguito la Spagna affidò la navigazione sulle rotte atlantiche, ma soprattutto per difendersi dagli attacchi dei pirati, quando le stesse navi riportavano in patria metalli preziosi.    

Dopo numerosi tentativi fatti alla Corte del Portogallo e in Spagna, Colombo é riuscito a convincere i sovrani spagnoli, a finanziare ed allestire la spedizione per trovare una nuova rotta per le Indie navigando ad ovest.    

Dopo 79 giorni di navigazione, il 12 OTTOBRE, approda su un isoletta delle Bahamas (S. Salvador); poi sbarcherà a Cuba e Haiti.    
Colombo non sa, nè lo saprà mai (ma questo non lo sappiamo noi)  di aver scoperto un nuovo continente. Ci sono molti dubbi a tale proposito. Dopo il primo, e dopo altri tre viaggi, Colombo era perfettamente a conoscenza quanto distava la Spagna dalle Indie. Con tutte le notizie sulla sfericità della Terra ancora dai tempi di Eratostene, la distanza che doveva esserci per raggiungere le coste della Cina non quadrava con quelle effettivamente percorse, pur mettendo in conto i grossolani errori degli empirici conta-miglia installati sui velieri.

Apparirebbe singolare che Colombo e alcuni geografi e cosmografi del tempo non sapessero che le terre scoperte non potevano essere quelle dell'oriente. Mancavano ancora diecimila chilometri, settemila miglia marine; anche dopo aver fatto superficiali e affrettati calcoli. Mentre Colombo ne aveva percorse solo tremila.    
Inoltre appare molto strano un'altra coincidenza: se davvero avesse pensato ai reami delle Indie, Colombo prima di partire. non avrebbe chiesto governatorati, per sé e i suoi eredi.    

Ripartiamo dall'inizio.....dell'avventura!    

CRISTOFORO COLOMBO    

Cristoforo Colombo nacque a Genova, probabilmente nella casa dell'Olivello, vicino a Porta S. Andrea, fra l'agosto e l'ottobre 1451, primo figlio di Domenico, lanaiolo e di Susanna Fontanarossa. Ebbero altri tre figli, Giovanni, Bartolomeo e Diego.    

Il padre di Colombo, verso il 1470 si trasferì con tutta la famiglia a Savona. Avviò i quattro figli all'arte della lana poi facendo poco affari, avviò i figli al piccolo commercio marittimo e questi abbandonarono definitivamente Savona. Cosicchè le condizioni finanziarie di Domenico peggiorarono, anche quando il figlio era già diventato famoso.    
Nel '494, rimasto solo, Domenico chiuse bottega a Savona e rientrò a Genova. Qui possedeva due case, che dovettero essere vendute, ma non furono sufficienti i soldi per pagare i debiti. Alla fine del  '94 Domenico morì indebitato e povero.    

Nel periodo nero di Savona, i figli quasi tutti intorno ai vent'anni cercarono di rendersi indipendenti. Il primo ad abbandonare la famiglia fu Bartolomeo, s'imbarcò dandosi per molto tempo alla navigazione. Il Portogallo era la meta prescelta dai navigatori liguri per i commerci che vi si svolgevano. Bartolomeo viaggiando molto, si appassionò così tanto alla cartografia allora usata, che presto iniziò ad essere così esperto da fornire alla marina dello Stato portoghese le ricercatissime carte nautiche. Divenne un lavoro ben pagato tanto da decidere di fare solo quello, e smise di navigare prendendo nel '72 la residenza a Lisbona. Questa passione lo trascinò a fare ricerche, a scoprire vecchie carte, testi, relazioni di naviganti. Mano a mano che scopriva questo "mondo" sommerso nei testi storici, che però riportavano geniali intuizioni, le folgorazioni furono così tante che sopraggiunse la passione per l'ignoto e i sogni fantastici.    

Anche CRISTOFORO, quand'era partito il fratello da Savona, vedendo le disastrose condizioni economiche del padre lo aveva imitato; si era imbarcato anche lui - non sappiamo con quali funzioni, ma non avendo molti studi, probabilmente mozzo- compiendo alcuni viaggi nei porti del Mediterraneo allora possessi genovesi, come Scio e Chio. Infine nel '74 lasciò la Liguria e si trasferì a Lisbona, raggiungendo così il fratello.    

La passione di Bartolomeo fu subito trasmessa al fratello, e i sogni fantastici pure, però con un Colombo più deciso a realizzarli, fino al punto che cominciò a progettare l'impresa ritenuta una pazzia, quella di raggiungere le Indie via ovest. Ma dove trovare i mezzi? Colombo convinse il fratello di proporre l'impresa a Enrico VII re d'Inghilterra o alla corte francese.    
Bartolomeo, sappiamo, partì per l'Inghilterra, portando in regalo al re perfino un suo planisfero, ma si attardò così tanto che Colombo, sempre più deciso a realizzare l'impresa, prima del suo rientro, aveva illustrato l'impresa sia alla corte del Portogallo sia in quella Spagnola, e ricevuto da quest'ultima i finanziamenti, aveva già allestito la spedizione ed era partito.    

Ma ritorniamo al suo viaggio a Lisbona nel 1474. Dopo il suo arrivo, la passione comunicatagli dal fratello lo portò a frequentare un cosmografo; tra un disegno e una carta nautica conobbe sua figlia, se ne invaghì e nel 1479 prese in moglie Felipe Moniz, figlia appunto di Bartolomeo Parestrello, di professione cosmografo e capitano colonizzatore di Porto Santo, dove aveva raccolto mappe, portolani, antichi libri greci e arabi, appunti sulle rotte atlantiche delle coste africane, di Madera, e delle Azzorre; quest'ultima una importante base per tutte quelle gelose scoperte fatte dai portoghesi in Atlantico. L'infante Re Enrico fu chiamato proprio "il navigatore", anche se lui non navigava.     

Tra il '74 e il '79 Colombo aveva nel frattempo compiuto un viaggio in Inghilterra, si era recato poi a Madera, a Porto Santo e molto probabilmente aveva navigato intorno all'Africa occidentale, sino alla Guinea.    
E proprio a Porto Santo aveva conosciuto Parestrello. Fino a quel tempo Colombo non aveva avuta alcuna istruzione scientifica, ma solo quella fornitagli dal fratello oltre la sua esperienza di un paio d'anni come semplice marittimo. Con Parestrello invece si formò la sua cultura cosmografica e geografica; e diventato suo suocero non si limitò a fargli leggere carte nautiche ma i classici, Eratostene, Plinio (Storia naturale), Pausania, Zacuto, l'opera del card. Pietro d'Ailly ( Imago Mundi e Piccolomini (Pio II Historia Rerum) che avevano trattato l'argomento con le concezione della distribuzione di terre e mari. Alcune errate, altre esatte ma Colombo queste ultime a quel tempo non lo poteva certo sapere: erano solo intuizioni, alcune sempre rifiutate, altre del tutto sconosciute. A Porto Santo ci rimase due anni; e oltre che aver l'Atlantico davanti, in casa aveva una raccolta impressionante di carte, di pergamene di libri. Morto il suocero la suocera gli donò tutto.
Ma l'osservazione più preziosa che fece Colombo sull'isola, fu quella di riscontrare, che il vento costantemente spirava da ponente verso levante.    

Anche il racconto di Marco Polo gli accese la fantasia e gli fece nascere il desiderio di giungere al mitico Cipango o Zipungo per la via d'occidente.    
Non abbiamo testimonianza di Colombo, se lesse anche le scoperte, a proposito dell'oceano Atlantico (e di una terra al di là del mare) fatte dai Cartaginesi, dagli Scandinavi, dagli Irlandesi, dai Normanni, dai fratelli Zeno. Sappiamo solo che ebbe molti contatti con Toscanelli e il Cardinale Martines, e questi sappiamo che tutte queste scoperte le conoscevano benissimo, e sapevano anche quant'era la circonferenza della Terra.
A Lisbona infatti Colombo conobbe il dotto canonico: FERDINANDO MARTINES (o Martins) il quale fin dal 1474 era stato in corrispondenza con PAOLO dal POZZO TOSCANELLI, reputatissimo cosmografo fiorentino che aveva ideato un ardito piano di viaggio transatlantico.    

Colombo, ormai entrato dentro nel firmamento della cosmografia tramite il suocero Parestrello, e con le notizie di Martinez, chiese al Toscanelli una copia della lettera inviata nel '474. Toscanelli non solo gli spedì la lettera, ma aggiunse anche una carta geografica nautica dandogli altri consigli, altre notizie nel frattempo venute a sua conoscenza, oltre a dargli incitamenti calorosi.    
Colombo in base a questa carta ne disegnò un'altra grande, probabilmente ne aveva bisogno per mostrare la situazione delle terre e dei mari al di là di Gibilterra e poter convincere i finanziatori dell'impresa o per i contraddittori degli increduli. (La carta nautica, disegnata da Colombo é oggi conservata alla biblioteca naz. di Parigi, fu riscoperta solo nel 1924. ).    
A quel tempo governava il Portogallo re Giovanni II. Era anche lui un appassionato di avventure marittime; Colombo infatti a lui si rivolse.    
Progetto ardito, straordinario, ma nonostante il fervore di Colombo nel presentarglielo, il re pur entusiasta, non osò andare oltre le sue impressioni e la sua passione, nominò quindi una commissione per valutarlo.    
La commissione, composta da vecchi capitani, studiò il progetto, ma conservatrice, diffidente e anche superstiziosa com'era la commissione, esaminando quelle carte con lo scarso appoggio delle nozioni geografiche di allora, concluse respingendo il progetto, perché a suo giudizio "ineseguibile", null'altro che una "fantasticheria".    

Colombo non si disanimò per questo, anzi decise di offrire il progetto alla Spagna, e nello stesso tempo, col medesimo intento, inviò il fratello Bartolomeo alla corte d'Inghilterra, e qualora da Enrico VII il progetto fosse stato respinto, di rivolgersi alla corte di Francia.    

Di entusiasmo per il suo progetto negli ultimi anni Colombo ne aveva molto, ma anche afflitto da un periodo di amarezze. Nel '486 era padre di famiglia, gli era morta la moglie, e non aveva nemmeno i mezzi per fare il viaggio in Spagna che seguitava a rimandare. Fu proprio per queste ristrettezze economiche che decise di lasciare Lisbona e stabilirsi a Cordova. Il caso (o altro?) volle, che in quel periodo per intensificare la lotta ai mori e agli ebrei, la corte si era insediata proprio a Cordova. Colombo ebbe qualche contatto con alcuni influenti personaggi per poter essere ricevuto dai sovrani e ci riuscì (ma c'è nell'ombra un grosso finanziere, Alfonso de Quintanilla- ebreo ma non espulso; forse per le sue ricchezze?) Fu così presentato a Ferdinando di Spagna e alla consorte regina Isabella.    

Esposto l'audace piano ai sovrani, a poco a poco riuscì ad incontrare più volte la regina e a convincerla. Isabella incaricò il suo confessore De Talavera di discutere l'ardita proposta. Mentre Ferdinando più freddo, a Salamanca, riuniva anche lui una commissione di esperti, scienziati, navigatori, dotti domenicani che però non concluse diversamente dalla commissione portoghese.    
L'oscurantismo religioso ebbe anche qui la sua parte. Colombo nell'esporre la sua idea, doveva vincere il sospetto che il suo progetto non contenesse opinioni incompatibili con la concezione della forma della Terra, quale é descritta nella Bibbia, cioè piana, e non rotonda, com'egli asseriva.    
C'è da dire che a Lisbona non c'era scienziato, geografo, matematico o anche semplice marinaio che non fosse entrato nell'idea di una terra rotonda. Ma un conto era pensarlo, un altro dirlo in giro.
    

La personalità religiosa di Colombo, non è mai stata approfondita. Forse potremmo scoprire, perché poi ci furono tante ostilità nei suoi confronti, e anche perché si ostinò a non accettare l'idea che le terre appartenessero ad un nuovo continente.    

Sappiamo poco, ma conosciamo una sua citazione, dove afferma che "lo Spirito Santo opera in cristiani, giudei, mori e altri di ogni possibile setta" (la sua sigla era proprio XMY, cristiani, mori, giudei) un'affermazione fortemente eretica la sua nella Spagna di questo periodo (che abbiamo appena letto). L'inquisizione, stava massacrando da dodici anni per queste eresie, e anche per molto meno, bruciava sul rogo sia ebrei che mori. Stava compiendo la più grande "pulizia etnica" mai avvenuta prima e dopo in Europa.    
Alcuni affermano che Colombo era legato ai Templari, antidogmatici, che cercavano - aiutando lui - di vendicarsi dei roghi (fatti con gli avalli papali), un appoggio non tanto disinteressato, ma concesso per distruggere la visione dogmatica su cui la Chiesa fondava la sua autorità e dottrina. E' certo un mistero il perché le vele delle tre caravelle di Colombo avevano bene in vista la croce templare; nessuno ebbe da ridire in anni così spaventosi; ma un motivo ci doveva pur essere. Lo "sponsor" era abbastanza chiaro a tutti. Ma in seguito non se ne parlò più.    

Altri affermano che l'impresa fu possibile anche per il concorso degli ebrei, per via dei forti finanziamenti, anche se questi apparentemente uscirono dalla corte di Ferdinando "il Cattolico". C'e' forse l'appoggio di papa Alessandro VI? Proprio lui che guida l'inquisizione spagnola nell'espulsione degli ebrei? Tutto è possibile; era un Borgia! nipote (da parte di madre) del precedente  Papa Callisto III (Alonso Borgia 1378-1458), nativo di Canais, nella Spagna, Catalana, Aragonese e che quando salì sul soglio pontificio nel '55, gli ebrei aragonesi lo indicavano non col nome Alonso Borgia, ma Alonso Borja, ed era l'arcivescovo di Valencia,  più noto con il nome di Aharon Cybo, che era il nome di una famiglia  smaccatamente ebrea. Qualcosa quindi non quadra, e il mistero s'infittisce.     
Anche curiosa e singolare - subito dopo la scoperta- quella immediatezza di Papa Borgia nel tracciare la famosa "riga" Inter Caetera (ne parleremo più avanti).    

La superstizione anche questa bisognava combatterla per vincere il terrore che incuteva l'Oceano tenebroso, come si chiamava allora l'Atlantico; poi bisognava distruggere pure la credenza della zona torrida - dove -affermavano alcuni reduci di quei viaggi- non si respirava più. Le leggende marinare (portoghesi) le avevano costruite ad arte e le avevano messe in giro, forse per non far scoprire alcune rotte che solo pochi capitani portoghesi conoscevano. All'equatore c'erano già stati parecchi, compreso Colombo, perché abitava a Lisbona, ma le rotte sulle coste africane erano di pertinenza solo portoghesi, e in quelle rotte loro non volevano intrusi.    
La leggenda riporta che alcuni personaggi nella commissione affermarono che il progetto di Colombo, poteva solo uscire da una mente malata. Non se ne fece più nulla. Tutti i contatti col sovrano e anche con la regina s'interruppero.

A consolarlo in questi giorni, una dolce figura, una giovane spagnola, Beatrice Henriquez, che gli diede anche un figlio, Don Fernando (il suo biografo!)    
Dall'Inghilterra nessuna notizia del fratello. Sfinito, lacero e affranto Colombo decise di tentare l'ultima carta, recarsi lui in Francia. Giunto a Palos, rimasto senza nemmeno i mezzi per vivere, chiese qualche piatto di minestra al convento di Santa Maria della Rabida. Il fato ci mette lo zampino? Forse. Nel convento il padre guardiano, don Juan Perez, non era un semplice monaco, era stato un tempo il confessore della regina Isabella. Lo ascoltò con attenzione, e con le sue conoscenze geografiche apprese in convento, il progetto di Colombo non gli sembrò affatto quello di un folle, si offrì così di intercedere per lui presso la sovrana. In un momento molto particolare e favorevole.    
La Spagna stava celebrando in quei giorni la definitiva "Reconquista".    

Era il 2 Gennaio del 1491. A Granada, assediata da 80.000 soldati, cadevano le ultime due fortezze degli arabi, e l'ultimo sultano musulmano si arrendeva. Per la Spagna terminava la "guerra dei mori". Le feste a corte (e quelle religiose) si sprecarono. Isabella libera da ogni altra preoccupazione decise di ascoltare JUAN PEREZ e di promuovere la vagheggiata spedizione. Il 17 aprile Colombo già sottoscriveva i patti coi Reali Spagnoli, mentre si allestivano per lui le tre caravelle.    

Nominato Ammiraglio del Grande Oceano, il 3 agosto Colombo salpava da Palos.    
Con lui il mastro cartografo Giovanni de la Cosa, il fratello Francesco, due bravi capitani Alonso Pinzon sulla Pinta, Vincenzo Pinzon sulla Nina, e 90 marinai come "compagni d'avventura". Solo la Santa Maria ne aveva 50, le altre due caravelle ognuna 20.    

Dopo 12 giorni giunsero alle Canarie, il 7 settembre ripresero il viaggio. Dopo altri 30 di navigazione, la Terra promessa da Colombo non appariva. La leggenda narra che ci fu l'ammutinamento di alcuni marinai. Il Giornale di bordo di Colombo non ne fa menzione, ma qualcosa accadde: ad un'attenta osservazione del diario, traspare inoltre una velata inquietudine. E vi appare anche un inferiore  riporto del numero di miglia percorse per non allarmare troppo gli equipaggi. Era sì inquieto tuttavia era determinato, anche perchè tornare indietro sarebbe stato un suicidio.    

Finalmente all'alba del 12 ottobre, scorse la Terra. Sbarcò in una delle isole Lucaie cui dette il nome di San Salvador. Il 15 approdò ad un'altra isola, S. Maria, il 16 alla Grande Exuma, il 28 scoprì le isole poi dette delle Grandi Antille, ed il 6 dicembre nell'isola di Haiti che chiamò Hispaniola.    

RITORNO IN SPAGNA    

Partito da Hispaniola il 16 gennaio 1493, dopo una tempesta nelle Azzorre, rientrò a Lisbona e poi a Palos, ove sbarcò il 15 marzo.    
La relazione del viaggio che pubblichiamo in altre pagine è appunto del 15 marzo 1493
    

Grandi trionfali accoglienze a Barcellona. Solennemente ricevuto dai sovrani lo elessero Nobile, Grande Ammiraglio dell'Oceano, Vicerè delle Indie, con diritti e titoli trasmissibili agli eredi.    

La scoperta e l'ardimentosa traversata sulle terre che si reputavano far parte dell'Estremo oriente, si diffuse in un baleno in tutto il mondo. Al grande ricevimento alla corte di Barcellona era presente PIETRO D'ANGHIERA, e fu lui a leggere la notizia ufficiale del resoconto del viaggio; lo fece con tanto entusiasmo, poi volle commentare ed aggiunse anche d'altro oltre la notizia, disse che sospettava che non si fosse raggiunto il lembo più orientale dell'Asia, ma scoperto un NUOVO MONDO.    
Non ci fecero tanto caso, ma la coniazione delle "nuove terre" era ormai cosa fatta; ma perchè lo fossero di fatto ci sarà da attendere qualche anno per confermarlo.    
Intanto Colombo e altri restavano ostinatamente fermi nella credenza di essere giunti nelle indie; e sempre fermi anche quando altri si avventureranno verso nuovi lidi e scopriranno e daranno il loro nome al "Nuovo Continente". Amerigo Vespucci nel 1499 toccherà il Brasile, mentre Caboto sfiora un lembo dei futuri Stati Uniti.

Ma siamo sicuri che nessuno lo sapesse fin dal primo giorno che era un nuovo mondo? E siamo anche sicuri dell'ostinazione di Colombo a non credere che lo fosse?. Come poteva Colombo ignorare Eratostene proprio ora, e dov'erano i 110-120 gradi che mancavano? Era sincero o fu bloccato dall'alto? Si voleva forse dar tempo agli spagnoli (a Ferdinando "il cattolico") di conquistare tutto il Nuovo Mondo?    

Per dare questa risposta ritorniamo alla curiosa "riga Inter Caetera" del Borgia, che divideva l'Atlantico longitudinalmente esattamente al centro e quindi il mondo in due, ma tutto a favore della Spagna. Ai portoghesi fu lasciato quasi nulla; solo acqua, le Azzorre, le Canarie, Madera e le isole di C. Verde che possedevano già. La riga lambiva appena appena la "gobba" del Sud America. Neppure un Machiavelli avrebbe mai pensato a una riga così partigiana. Si ha proprio quasi l'impressione che Borgia sapesse esattamente cosa c'era di là della riga. (l'attuale meridiano 40° di long.)

IL 25 SETTEMBRE 1493 Colombo, compie il 2° viaggio verso l'America con diciassette navi; raggiunge Puerto Rico nelle Nuove Antille. Il 3 novembre é nelle isole Dominica, scopre poi nel corso di una lunga esplorazione, le isole Caraibi, Giamaica, Maria Galante, le Vergini, S. Cristoforo, Guadalupa, le Trinità. Siano così arrivati al 1496    
Intanto i malevoli, invidiando la gloria dell'Eroe, lo calunniano di volersi fare Signore assoluto delle terre scoperte, ed inducono i Sovrani di Spagna ad ingiungergli di sospendere il corso delle sue esplorazioni e di far ritorno in Europa. Colombo ubbidisce e, presentatosi ai Monarchi, dimostra false le accuse.    

Il 30 MAGGIO del 1498, Colombo riparte per il 3° viaggio. Questa volta il 5 agosto raggiunge davvero il Nuovo continente. Scopre l'Orinoco, la costa occidentale dell'America del Sud (Colombia), e vi fonda la città di Cartagena. Di nuovo calunniato, nel novembre del 1500, é ricondotto in Europa, carico di catene, ma riesce ancora a dimostrare false le accuse.    

Il 9 MAGGIO 1502, Colombo riparte per il suo 4° viaggio. Esplora le coste orientali dell'America Centrale. Senonchè, per le malattie, i patimenti e le amarezze procurategli dai compagni, decide di ritornare in Spagna. Intanto, Isabella, la sua protettrice, era morta. Ferdinando il consorte, sopraffatto da maligne insinuazioni, gli negava i diritti che gli spettavano in virtù dei patti stipulati.    
L'Infelice affranto dalle fatiche, dai disinganni e dal peso delle sventure, muore in Valladolid, il 20 maggio 1506.

PER LE ATRE ESPLORAZIONI AVVENUTE IN CONTEMPORANEA 
E SUCCESSIVAMENTE ---  VEDI QUI 

inoltre

qui la RELAZIONE UFFICIALE DI COLOMBO AL RE DI SPAGNA    
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NOTE VARIE - Al ritorno dai viaggi, fra le altre cose, Colombo portò con se in Europa grani di mais (che gli inglesi coltiveranno come mangime per darlo ai tacchini=turkey, a questi animali da cortile anch'essi provenienti dal nuovo mondo. In seguito si darà al mais quello strano nome grano-turco che però non ha proprio nulla a che vedere con i turchi, ma con i "tacchini".

IL MAIS (quindi il granoturco) sarà coltivato inizialmente in Europa ed esclusivamente per le bestie. Solo durante le grandi carestie del 1800, per la sua alta resa, si iniziò a consigliarne la coltura (si usarono i parroci nelle campagne per diffonderne la produzione) per soddisfare la grande richiesta di cibo delle popolazioni povere. Se ne fece poi così grande uso come unico cibo per sfamarsi, ma il cereale essendo carente di alcune importanti vitamine, necessarie all'organismo, causò per più di un secolo, uno dei più grandi flagelli europei nell'alimentazione nella povera gente: la pellagra (ne parleremo a suo tempo)

1492: La scoperta del Nuovo Mondo -  Questa data, è di rilevante importanza anche per Venezia. Il viaggio di Colombo, volto a scoprire il Levante navigando a Ponente, inaugura una lunga serie di grandi spedizioni navigazioni oceaniche, in particolare la circumnavigazione dell'Africa compiuta da Vasco da Gama, che consente ai Portoghesi di raggiungere per mare i luoghi di produzione delle spezie, realizzando notevoli vantaggi rispetto ai mercanti veneziani, abituati ad esserne riforniti attraverso lunghi e spesso insicuri percorsi terrestri. Non che questo abbia costituito, come troppo spesso si suole ripetere, la rovina per la città lagunare.
Infatti per tutto il XVI secolo, e anche oltre, l'economia veneziana continua a prosperare, pur battendo cammini che (con la sola eccezione dell'editoria che registra in laguna una delle sue produzioni più alte) sono abbastanza diversi da quelli seguiti, in generale, dal mondo moderno. Per non citare che due esempi, a Venezia si insiste nella produzione di tessuti di altissima qualità e quindi di alto costo (con un mercato molto ristretto), mentre si diffonde in tutto il mondo civilizzato la confezione di generi d'abbigliamento di tipo medio-basso; inoltre si cerca di snellire e di ammodernare, sull'esempio degli Olandesi, le costruzioni marittime. Ma, soprattutto, a Venezia, si assiste -con inizio del 1404- a un gigantesco trasferimento di capitali dal mare alla terra (fino a Bergamo)  attraverso le bonifiche di terreni paludosi promosse dal patriziato veneziano, anche se  una fazione  in città, quella del "partito del mare" contrasta il partito dei "terricoli", timoroso il primo che questa operazione -di travaso di capitali verso la terra ferma- potesse arrecare danni all'integrità dell'economia della Laguna, tutta a vocazione marittima da ormai cinquecento anni. "Lassemo le cose come le sta" soleva dire un doge.

Del resto le "avventure" sulla terra ferma, in certi casi si erano concluse con dei grandi fallimenti. E quando invece andarono bene, l'espansionismo veneziano mise in allarme gli altri stati che si coalizzarono tutti contro la Serenissima. Solo la Lega Cambriai del 1509 riportò un po' di pace con alcuni compromessi. Alla fine di sette anni di rovinosa guerra - che mise perfino a rischio l'esistenza stessa della Repubblica- si ristabilì il dominio di terraferma fino all’Adda, quale rimase fino alla fine della Repubblica.     
Ammaestrata dall'esperienza, la città dogale, a partire dal 1525, manterrà una saggia neutralità nella situazione di conflittualità internazionale creata dallo scontro fra gli Stati europei. Positiva questa neutralità per la pace interna, ma troppo isolazionista e inerme, fino a un punto che non riuscì poi a conservarla (non avendo alcun alleato) di fronte all'attacco napoleonico, a quello successivo austriaco nel 1848, e per una fazione (quella che voleva ritornare all'indipendenza della Serenissima) fu nefasto anche l'Unione all'Italia sabauda.

*** Con la Pace di Senlis Carlo VIII Re di Francia interrompe momentaneamente le ostilità con gli Asburgo sull'eredità borgognone per avere mano libera nella discesa in Italia che compirà l'anno successivo. In particolare rinuncia ai suoi diritti sulla Franca Contea e sull'Artois. Nonostante questo la politica europea dei prossimi tre secoli sarà contraddistinta dall'ostilità tra la Francia e gli Asburgo.


 


 

ANNO 1494 - 1505


* ETA' MODERNA - ma per l'Italia è
* L'ETA' DELLE INVASIONI STRANIERE


E' proprio verso la fine di questo '400 che l'Italia conosce, per la prima volta dopo il periodo che segnò il fiorire dei comuni e delle Signorie, la prima grande invasione straniera.    

Iniziano le "visite" di conquista in Italia delle grandi potenze europee. Poi ci si misero anche i saraceni "li' Turchi" come li chiamavano in Italia.    

Invasioni, spedizioni, distruzioni, pari a quelle dei "barbari" e anche peggiori per i danni morali e materiali. Inizia CARLO VIII re di Francia con alleati i Savoia che sono pronti ad aprirgli le porte in Piemonte e a dare il benvenuto alle truppe francesi.    
A contrastarli troviamo il Papa, gli Asburgo, Milano e Venezia. Quest'ultima poi fa il voltafaccia; con il re di Francia stipula un trattato (di Blois, 15 giugno del '499) per stritolare il ducato di Milano con a ovest i francesi  e a est i veneziani;  per poi spartirselo cacciando gli Sforza. (I veneziani riusciranno infatti ad avanzare fino a Lodi, occupando Cremona).    
Non è l'unico voltafaccia di una città assoldata da stranieri per dilaniare l'Italia; con Venezia altre Signorie della Penisola, cinici Nobili, con inganni, tradimenti e ignobili alleanze, tornano a imporsi e a padroneggiare. Alcuni solo un mattino, altri con mille trasformismi e deplorevoli opportunismi, pur di restare sul trono, li ritroveremo a trasformarsi in "servi", li ritroveremo poi in primo piano nel Risorgimento Italiano, nell'Unità d'Italia, e fino al fascismo;  piccoli "nanerottoli" con la faccia tosta, anche pronti con ai piedi gli stivali delle sette leghe, a scappare dopo l'ultimo tradimento (e fu proprio l'ultimo!).    

Comunque, ammaestrata dall'esperienza, Venezia, la città dogale manterrà, a partire dal 1525, una saggia neutralità nella situazione di conflittualità internazionale creata dallo scontro fra gli Stati europei. Viene nel frattempo perfezionata la costituzione veneziana, tutta giocata sulla possibilità di accesso della classe nobiliare alle cariche pubbliche, attraverso una complessa serie di designazioni e di sorteggi, tali da impedire la concentrazione del potere in poche mani. Il ceto nobiliare trova in effetti una nuova fonte di benessere nei proventi derivanti dall'amministrazione dei domini provinciali. Incarichi pubblici e redditi fondiari fanno passare gradatamente la situazione del ceto dirigente veneziano, da posizioni di profitto a posizioni di rendita.    

Negli anni seguenti a questo 1494, le invasioni saranno continue: dopo Carlo VIII, i Francesi di Luigi XII e di Francesco I, gli Spagnoli di Ferdinando il "Cattolico" (che ora ha una buona rendita con le prime razzie nel Nuovo Mondo e la prima vendita di schiavi) e di Filippo II, gli Imperiali Tedeschi di Carlo V e dei suoi successori. Nel secolo  XVI é un susseguirsi di guerre fra principi stranieri, che combattono sul suolo italiano: perfino la città di Roma (1527) diventa vittima di un assedio famoso, in stile "barbaro"; 9 mesi di distruzioni, migliaia di morti, tutto disperso il fiorente ambiente umanistico. Si sfaldano tutti i possessi papali, le signorie, i ducati. I più scaltri e voltagabbana sono pronti a mettersi accanto ai francesi per recuperare vecchi domini, dar sfogo a vecchi rancori cittadini, insomma pronti a mettersi al soldo degli invasori di qualsiasi colore, prima con francesi, poi spagnoli, infine austriaci tedeschi.    

Firenze si fa convincere a cacciare i Medici, Genova i Dogi, Milano gli Sforza, Napoli i D'Aragona, mentre Venezia non si fa pregare tanto quando deve piombare come un corvo sulla terra ferma, sulla Pianura Padana, o in Romagna;  prima alleata dei tedeschi, poi dei francesi. Ma sbaglia clamorosamente ancora una volta politica (tutta rabberciata, paurosa, fossilizzata). Spintasi fino a Cremona e Lodi, Venezia riuscirà poi a stento a salvare l'indipendenza della repubblica, confinata nella sua piccola laguna, a rinunciare a ogni volontà espansionistica ed egemonica in Italia e a ripiegare su una politica di raccoglimento.    
Queste invasioni e queste guerre hanno termine con una pace che ha luogo nel 1559 (Chateau Cambresis); questa pace pone tregua anche ai contrasti religiosi che avevano dilaniato l'Europa dopo la riforma luterana; e dà un nuovo assetto all'Europa stessa.    

In tale assetto l'Italia si presenta così suddivisa: il Regno delle due Sicilie e il ducato di Milano in mano agli Spagnoli; lo Stato Pontificio, il Ducato di Savoia, il Granducato di Toscana, il Ducato di Ferrara, la Repubblica di Venezia retti dai rispettivi principi ereditari o elettivi. L'Italia ha ormai perduto la sua indipendenza.
Questo per tutto il '500    

Con il '600 e il '700, gli eserciti spagnoli, austriaci e francesi proseguono a risolvere le loro contese sui campi di guerra italiani. L'Italia é poco più di un'espressione geografica, e tutte le regioni, nessuna esclusa, precipitano in una graduale decadenza.    

PROSEGUE (Vedi anno 1600 - LE DOMINAZIONI STRANIERE)    

*** A Venezia, ALDO MANUZIO fonda la sua stamperia. Inizia la pubblicazione di opere della filosofia greca e soprattutto quelle di Aristotele fino allora sconosciute ai più. La sua idea più geniale fu quella di fare libri semplice e soprattutto piccoli come formato, tali da essere maneggevoli, con caratteri di facile lettura, senza orpelli, e con testi comprensibili agli acquirenti. Una specie di "libri di consumo", molto spartani, senza rilegature, con titoli molto popolari, ad un costo accessibile, dovuto anche alle grandi tirature.    

L'idea del piccolo libro studiata nei minimi particolari dall'editore - vero precursore del marketing - diede un grande impulso all'editoria, e anche alla casa editrice. In questi anni, pur nascendo in molte città delle nuove tipografie, dall'azienda veneziana escono il 30 per cento dell'intero mercato librario. Anche come genere e titoli dei volumi, l'editore non sbaglia; si riveleranno tutti del best-seller.


ANNO 1495



Iniziano le "visite" di conquista in Italia (!! pari a quelle dei "barbari" e anche peggiori come danni morali e materiali) delle grandi potenze europee. Inizia CARLO VIII di Francia con alleati i Savoia che sono pronti ad aprirgli le porte in Piemonte e a dare il benvenuto ai francesi, pur essendo i Savoia parenti dei tedeschi.
Restano calmi, e in attesa degli eventi gli SFORZA e i MEDICI le due potenti signorie, le uniche che potrebbero contrastare le ambizioni dei regnanti europei.    

*** In GERMANIA si tiene la Dieta di Worms. Viene proclamata la Pace Generale Perpetua in tutto l'Impero. Viene parimenti istituito il Tribunale Camerale dell'Impero permanente con sede a Francoforte anche se dal 1527 si sposterà a Spira. Questo tribunale è il supremo organo giudiziario per la soppressione del diritto di "guerra privata". Viene anche decisa l'esazione del "centesimo comune" (prima imposta imperiale) per coprire le spese di guerra.    
Sono dei tentativi dell'imperatore per arrestare la disgregazione dell'impero tedesco; ma sono dei provvedimenti che non avranno concreta attuazione nè con Massimiliano nè con Enrico V, che anzi con i fermenti che andrà a innescare Martin Lutero, la protesta della piccola nobiltà feudale nel 1522, darà vita alla cosiddetta "Rivolta dei Cavalieri", impoveriti dalla crisi economica e politicamente frustrata dal consolidamento dei principati ecclesiastici. Avrà contro anche i Grandi Elettori perchè dopo aver avuto le promesse di denari e benefici  per dare la nomina a Carlo V,  l'imperatore enormemente indebitato con i banchieri Fugger, non ha mantenuto le promesse.



ANNO 1496


FILIPPO D'ASBURGO sposa GIOVANNA "la pazza" erede del trono di Spagna.    

I Francesi con la prima spedizione sulla penisola tentano di sfondare in Italia, ma a Fornovo sono sconfitti, costretti a riprendere la strada di casa.    

*** Gli Ebrei vengono espulsi dal Portogallo.    

LEONARDO a Milano inizia ad affrescare a Santa Maria delle Grazie L'ultima cena


ANNO 1497



Grande unione in CASA SAVOIA. Il ducato ha una nuova reggenza, dopo le seconde nozze di FILIBERTO II (il bello) con margherita figlia di MASSIMILIANO D'AUSTRIA    

Firenze i "piagnoni" del Savonarola e i seguaci filo-medicei sono scomunicati dal papa per le invettive sul clero. I discepoli del terribile monaco, accusano di vizi, di simonia e di vecchiume teologico la chiesa di Roma e la sua corte papale.    

VASCO DE GAMA circumnaviga l'Africa. Dopo aver doppiato Capo di Buona Speranza, raggiunge l'india, aprendo cosi la via marittima tra l'Europa e l'Asia orientale: salta così l'egemonia dei veneziani sul mar Egeo e il Mediterraneo orientale. Ormai chiuso ai traffici dopo la inarrestabile espansione ottomana; dall'Egitto all'Anatolia, dal Mar Nero agli interi Balcani. L'intero Mediterraneo si trasforma in un lago, poco increspato da navi mercantili, ormai dimentico dei Fenici, dei Cartaginesi, dei Romani, e per ultimo le ultime quattro repubbliche marinare della penisola. Amalfi già in questi anni, non contava più nulla, poi venne la crisi a quella di Pisa, infine anche Genova inizia a scomparire. Venezia che è l'unica a non essere disposta a scomparire, commette molti errori; il più grave quello di rinchiudersi in un bozzolo, mentre altre giovanissimi stati, come la Spagna, iniziano a guardare molto lontano.    

Tutto l'asse marittimo si sposta sulle coste dell'Atlantico. Il dominio per il momento é portoghese e spagnolo. a inserirsi, fra breve, sarà l'Inghilterra che andrà a formare in brevissimo tempo le più potenti flotte marittime e a contrastare il dominio sui mari delle due potenze marinare appena nate, subito destinate alla decadenza.


ANNO 1498


In maggio in piazza Signoria a Firenze viene arso l' eretico
SAVONAROLA. Il papa ne ha ordinato la cattura, lo ha scomunicato, viene processato, condannato all'impiccagione, infine bruciato sulla pubblica piazza con una grande coreografia.    

E' un monito per la popolazione di Firenze che vede così insieme alle fiamme consumarsi anche il sogno democratico di una Repubblica Fiorentina.    

*** MACHIAVELLI inizia sua "obliqua" carriera diplomatica dentro la cancelleria fiorentina.    

*** 26 AGOSTO 1498 viene stipulato il contratto fra Michelangelo e il cardinale di San Dionigi, pseudo-ambasciatore francese, con la garanzia di JACOPO GALLI, per la realizzazione di una Pietà in marmo, da collocare in San Pietro, per 450 ducati    

*** LEONARDO al servizio della Republica Veneta, porta a termine per il doge Contarini a Piazzola s. Brenta i grandi lavori idraulici nella grandiosa villa omonima. Devia parte delle acque del fiume Brenta, forma un lago nel lato nord e circonda la grande villa di canali permettendo di raggiungere via acqua Venezia. (la villa é oggi tutta completamente restaurata)


ANNO 1499



I francesi si alleano ora con Venezia. Il Veneto conosce una invasione di turchi che si spinge fino a Vicenza che però resiste all'assedio.    

Intanto a Roma emerge VALENTINO BORGIA, figlio del papa ALESSANDRO VI. Per sua intercessione dal re di Francia ottiene la Contea di VALENTININOIS (nominato proprio per questo Il valentino. Il prossimo anno sempre con l'appoggio dei francesi ma soprattutto del padre forma un suo personale principato con Imola, Rimini, Forli', Pesaro, Faenza e Urbino.    

Ma il Valentino, non ha fatto i conti con gli spagnoli. Presto sconfiggeranno i suoi padrini francesi, e contemporaneamente non avrà più l'appoggio del padre papa, ALESSANDRO IV, che morirà nel 1503. Valentino dovrà scontrarsi con GIULIO II (il DELLA ROVERE) già come cardinale sempre stato il più acceso avversario politico dei Borgia.    

*** AMERIGO VESPUCCI inizia la sua prima spedizione nell'Atlantico con un flotta spagnola. Si dirige verso la parte sud dell'equatore, Scopre così l'America meridionale approdando sulle coste dell'attuale Brasile all'altezza del Rio degli Amazzoni.


ANNO 1500


Grande abbassamento del tenore di vita in Europa, attanagliata da una grave crisi economica, periodi di siccità, istituzioni politiche che non funzionano, sovrani assenti o impegnati a scontrarsi continuamente per il possesso di piccoli territori.    
Sopraggiunge una "rivoluzione dei prezzi".    

DALL'AMERICA ARRIVANO I Fagioli, le Patate, i Peperoni, i Pomodori Questi ultimi non verranno mai usati per oltre 280 anni nell'alimentazione umana, ma solo coltivati nei giardini come ornamento. Solo nel 1788 ne é segnalato un piccolo consumo soprattutto nelle campagne dove qualche contadino ne coltivava alcune piantine negli orti.    

Come per il mais, anche la patata per molto tempo non fu apprezzata nell'alimentazione umana. Fu presa in considerazione (ma solo per i poveri) verso il 1772 con un acceso sostenitore, Parmentier, che ne diffuse il consumo vincendo un concorso il cui tema era "come alleviare la fame dei poveri con un alimento facile da coltivare e da cucinare"    

Nel 1767 ancora considerato un "cibo per le bestie", fu molto utile poi nella carestia del 1816-'17, dove troviamo un regio decreto del 1816 che dava indicazioni ai parroci delle campagne e dei piccoli paesi agricoli di diffondere questa cultura, che riempiva molto a buon mercato la pancia dei contadini e della povera gente.

Ma, come per il mais, se ne abusò, anche troppo, visto che poi nel 1845-'46 per gli irlandesi divenne una tragedia. La tossicita del tubero per la cattiva conservazione (e per la poverta di proteine) causarono enormi stragi. Cresciuta la patata in pianura, non luogo ideale per produrre la successiva semenza, la propagazione della anomalia tossica avviene per ereditarità congenita. Quindi tutte le successive culture continuano ad avere latente la tossicità.    

Rappresentò il secondo grande flagello alimentare del secolo dopo la pellagra causata dal mais.


ANNO 1501



A Milano insediata dai francesi, ormai padroni del territorio, le truppe di LUIGI XII catturano il duca LUDOVICO IL MORO, lo deportato in Francia.    

LUIGI XII prosegue l'avanzata, raggiunge Roma. Qui trova improvvisamente alleato anche papa ALESSANDRO VI, che subito zelante depone FEDERICO re di Napoli, e affida a lui i regno incoronando FERDINANDO D'ARAGONA. Subito pronto a scendere in Italia per prendere possesso con le sue truppe francesi la città partenopea. Il 4 agosto Napoli conosce i "francesi", e finisce un'epoca d'oro. Una città che entra per due secoli nella decadenza. Altrettanto sta accadendo a Milano, e il peggio deve ancora venire.    

Naturalmente papa ALESSANDRO VI, riserva a suo figlio CESARE BORGIA un trattamento di favore, proclamandolo duca di Romagna.    

*** In SPAGNA re FERDINANDO (il cattolico) (!) riconferma che il suo regno é cristiano e soprattutto Granada che ha da poco conquistata dai turchi, fa scatenare e intensificare un'altra ondata di repressione verso i mori.    
Poi dà inizio al lucroso commercio di schiavi e fa dimenticare tutte le morali predicate a destra e a manca. Infatti la Spagna (ora civile) vota la "sua" legge monopolio di esportazione e vendita degli schiavi verso America. E' il primo atto di un genocidio. I portoghesi che hanno il dominio del mare e delle coste africane, catturano i mori nei territori e li rivendono agli spagnoli, che a loro volta li spediscono in America.    

*** MICHELANGELO scolpisce a Firenze il
DAVID (oggi in Piazza Signoria).    
Il 16 AGOSTO 1501 Pier Soderini affida a Michelangelo il marmo sciupato, giacente all'Opera del Duomo. I fiorentini avevano pensato in un primo tempo di affidarlo a Leonardo da Vinci.    
Era un grande blocco di marmo di nove braccia che, malauguratamente, nel 1464, era stato iniziato da Agostino di Duccio; pensava di ricavarne un gigante ma aveva lavorato talmente male che il marmo ne risultava storpiato e gli Operai di Santa Maria del Fiore, ritenendolo irrecuperabile, lo avevano abbandonato già da 36 anni. Il 26enne Buonarroti valutò il blocco rovinato e, ritenendo di poterne ricavare qualcosa di utile, si decise a chiederlo agli operai e al Soderini, i quali glielo dettero come cosa inutile, il 16 Agosto 1501, con incarico di iniziare i lavori il 1º Settembre e di terminarli entro due anni.    
Michelangelo fece un modello di cera di un simbolo della Signoria: un David giovane, con la frombola in mano per significare che, come egli aveva difeso il suo popolo e lo aveva governato con giustizia, così chi governava quella città dovesse animosamente difenderla e giustamente governarla.    
Costruì una palizzata che impedisse la vista e portò a termine il lavoro, lasciando che si vedessero nelle estremità del marmo alcune delle prime scalpellate di Agostino di Duccio. E certo fu miracolo quello di Michelangelo far risuscitare uno che era morto.    
Il 28 FEBBRAIO 1502 viene deliberato che Michelangelo riceverà per il David 400 fiorini d'oro.


ANNO 1502


Dopo il regalo ricevuto dal papa (il regno Partenopeo), LUIGI XII gli fa una visita personale, mentre a Napoli gli ARAGONA gia' iniziano a litigare fra di loro per la spartizione dell'Italia del sud. A farne le spese i cittadini di Napoli e quelli della Sicilia. Entrambi devono subire i capricci di un papa che si arroga il diritto di far cambiare un amministrazione, come se fosse un giocattolo, fra l'altro con una autorità straniera che conosce una sola realtà come fare a depredare un territorio a più non posso.    

MANUZIO a Venezia, prosegue con successo la stampa dei primi libri tascabili su approvazione del clero. E' la rivoluzione della diffusione della "cultura" a basso prezzo. Naturalmente dominano le vite dei santi che hanno un enorme successo editoriale, prima perchè in italia ci sono centomila chiese, e basta venderne uno ad ognuna per fare una grande tiratura (Manuzio faceva questi conti!), poi la sollecitazione dei curati ad acquistarli non mancava, anche fra chi non era capace di leggerli. A Venezia gli alfabetizzati non superavano il 2%, e nei piccoli paesi in grado di leggere c'era solo l'1%, e fra questi rarissimi quelli che leggevano testi filosofici o scientifici, circa 1 su 1000 (cioè 1 su centomila individui)    

SAN CARLO DI BORROMEO del resto scriveva: "anche se di famiglia nobile, i genitori ai figli insegnino a leggere solo qualche libro di preci; soli quelli che debban poi ereditare fortune li si insegni a far un po' di conto, in quanto agli altri non so quale utilita' ne possa giovar al bene familiare e alla società, anzi arrecherebbe danno, quando anch'essi nell'ambizion volesser farla poi da padroni"    

Per altri trattati, le cose vanno molto diversamente, alcuni libri vengono si' stampati ma circolano in forma clandestina, e molte volte sono requisiti compiendo delle perquisizioni, e in caso di opere contrarie alla fede cristiana, finisce sia lo stampatore che il possessore del libro davanti all'inquisizione che non perdona chi diffonde idee in contrasto con madre chiesa.    

I cronisti al soldo dei potenti, scrivono libri criticando altri libri, e riportano in forma dotta i pareri sull'uso pernicioso di alcuni testi, che considerano mezzi capaci di sovvertire leggi, costumi e morale.    

Come oggi su Internet, si indicavano gli esempi più vergognosi sull'uso criminale che qualcuno faceva con la stampa, e si prendevano come esempio "librucoli" che riportavano frasi oscene, volgari, pornografiche e questo per dimostrare fino a che punto poteva essere permesso di stampare e diffondere con questa "perniciosa" nuova tecnica della diffusione di quella che alcuni insistevano nel chiamarlo "sapere"?
Si andava dalla chiusura in toto di tutte le tipografie di una città se non si trovava il colpevole, alle pene corporali per chi aveva infranto i divieti.    
Alla fine si decise che ogni libro doveva portare l'imprimatur del Santo Uffizio, pena la scomunica, e la chiusura della tipografia. Mentre per alcuni superati limiti di decenza o di eresia, c'era anche il rogo, il carcere a vita, la confisca dei beni e ogni altra vessazione e violenza come punizione esemplare.    

Solo quest'anno Amerigo Vespucci, raggiungendo la baia di Rio de Janeiro e costeggiando tutta l'America del sud fino in Patagonia; si convince che quelle terre fanno parte di un nuovo continente.


ANNO 1503



Si disputa la "disfida di Barletta" tra francesi e italiani, definiti dai primi i secondi, di essere dei codardi.    
(QUI L'INTERA STORIA  DELLA FAMOSA DISFIDA)    

Muore papa
ALESSANDRO VI (Borgia), viene eletto GIULIO II (DALLA ROVERE) come cardinale sempre stato un suo acceso avversario politico. Giulio II porra' termine al nepotismo e anche alle mire del figlio, CESARE BORGIA.


ANNO 1504



*** ITALIA -  Scoppiato lo scorso anno il conflitto tra Francesi e Spagnoli iorca la spartizione dell'Italia meridionale prevista dal trattato di Granada, i due eserciti si erano scontrati il 28 aprile a Cerignola. Vincitori gli Spagnoli pochi giorni dopo entravano a Napoli.    
Quest'anno con la totale resa dei Francesi a Gaeta avvenuta il 1° gennaio, si completa la conquista spagnola del regno di Napoli.    
L'Italia è ormai divisa in due sfere d'influenza; francese nel Nord e spagnola nel Sud.    
Il 31 marzo stipulato a Lione LUIGI XII firma il trattato che riconosce nel Meridione il dominio spagnolo.
L' Italia del sud é ormai una palestra delle contese tra due dinastie che nulla hanno a che vedere con l'Italia. Metà Italia è dominata dai francesi, l'altra metà dagli Spagnoli.    
Intanto le opere d'arte prendono la strada dei palazzi francesi e spagnoli. Una depredazione sistematica. Se ci fossero stati i mezzi adatti avrebbero portato via anche le chiese intere, i monumenti, le case e i palazzi.    

*** SPAGNA - Il 2 novembre  muore la regina ISABELLA di CASTIGLIA; lascia erede la figlia GIOVANNA la PAZZA. Suo marito, FILIPPO il BELLO d'Asburgo, rivendica i suoi diritti alla reggenza della Castiglia al posto del suocero Ferdinando il Cattolico.    

*** Dopo questi i due eventi sopra, mirando a un avvicinamento tra Francia e Impero, il 22 settembre, re LUIGI XII e l'Imperatore MASSIMILIANO d'ASBURGO e suo figlio, FILIPPO il BELLO (arciduca d'Austria e dei Paesi Bassi) firmano il trattato di Blois.    
Si crea così una vasta alleanza franco-ispano-asburgica, un potente assetto politico europeo.    
Oltre il trattato si prevede il matrimonio del nipote di Massimiliano (il figlio di Filippo) CARLO, con la figlia di Luigi, CLAUDIA, che porterebbe in dote il Milanese, la Borgogna e la Bretagna.    


*** RAFFAELLO SANZIO dipinge lo Sposalizio Della Vergine ementre GIULIO II il nuovo papa, incarica MICHELANGELO di scolpire il suo mausoleo (Mose', i prigioni e le quattro stagioni sono le opere che il grande scultore portera' a termine) .


ANNO 1505


*** Dopo gli eventi dello scorso anno (morte di Isabella, trattato di Blois, trattato di Lione), FILIPPO il BELLO e FERDINANDO il CATTOLICO, invece di farsi guerra per la reggenza della Castiglia, a novembre si accordano con il trattato di Salamanca per governare insieme a Giovanna la Pazza.    

ERASMO DA ROTTERDAM trova alcuni testi di VALLA, e pubblica Annotationes. Il primo grande contributo, molto rilevante per l'umanesimo cristiano.    

GIORGIONE dipinge a Venezia La Tempesta


 

ANNO 1506


IL 7-OTTOBRE, papa GIULIO II in persona, a cavallo, guidando il suo esercito, conquista Bologna.
A Roma prima di partire ha già dato l'incarico a BRAMANTE per dare inizio ai lavori per la costruzione della nuova basilica di San Pietro.    

*** SPAGNA - Filippo il Bello si era appena accordato con Ferdinando il Cattolico per governare la Castiglia insieme alla inabile Giovanna la Pazza, quando a Burgos il 25 settembre muore.    
Il governo della Castiglia viene affidato a un consiglio di reggenza, presieduto da cardinale JEMENEZ. Il dominio di Filippo il Bello (Paesi Bassi)  passa al giovane figlio CARLO, sotto la reggenza della zia Margherita d'Austria. (Carlo non dimentichiamo è promesso sposo alla figlia del re di Francia Luigi XII, Claudia, che sposerà invece Francesco I, il futuro re di Francia)    
Ma lo stesso Ferdinando il Cattolico, il 18 marzo, si è sposato con Germana di Foix,, nipote di Luigi XII, alla quale con il trattato di Blois di due anni fa, aveva ceduto agli spagnoli i diritti su Napoli.    

18 APRILE 1506 Giulio II ha posato la prima pietra della nuova basilica di S. Pietro, con l'opposizione dei cardinali che non volevano distruggere la vecchia costruzione. Giulio II  fra tanti progetti ha scelto quello del Bramante. Ma morto il papa, il progetto fu saccheggiato. Per Michelangelo fu un vero e proprio attentato al suo prestigio; la "tragedia di S.Pietro" gli amareggiarono gli ultimi anni della sua vita e si concluse con una vera e propria sconfitta. Michelangelo voleva tornare alla concezione bramantesca della croce greca, coronata, nel suo mezzo, dalla cupola, ma non vi riusci'. Per colpa dei predecessori e dei continuatori, la basilica non ha la perfetta armonia del quadrato che si solleva nel cerchio d'una sfera, quale l'avevano sognata Bramante e Michelangelo.

Dal Sangallo al Maderno, tutti gli architetti che si avvicendarono nell'opera la ridussero ad un colosso, privo di quella grandiosità e luminosità di un progetto sublime. La facciata, concepita da Michelangelo era invece un ciclopico peristilio, formato da quattro sole colonne, altissime, che sarebbero state un maestoso invito al maggior tempio della cristianità.     

Michelangelo che da sempre era stato affascinato dalla cupola del Brunelleschi, aveva capito che solo una simile costruzione aerea avrebbe potuto coronare la basilica. Quando morì, solo una parte del gigantesco tamburo era stata costruita. Anche la parte alta non corrisponde al progetto. Delle quattro cupole minori ne sono state costruite solo due, mentre le altre sono state sostituite dagli incongrui campanili del Bernini. San Pietro, concepito all'alba del '500 come un nudo gigante giovanile del Rinascimento, è' divenuto, a poco a poco, un mediocre colosso guarnito e talvolta deturpato dalle ambizioni del barocco. Ma la morte libero' Michelangelo dall'assistere agli ultimi atti della sua ultima tragedia.

*** Il 20 MAGGIO muore a Valladolid CRISTOFORO COLOMBO. Godeva di una buona pensione dal re di Spagna, ma oltre che essere affranto dalle fatiche, dai disinganni e dal peso delle sventure, era stato anche dimenticato da tutti.  L'ultimo dispetto, quello di non dare il suo nome alle nuove terre scoperte e al continente.

ANNO 1507



WALDSEEMULLER propone per il nuovo continente il nome di "America" per onorare le scoperte (con l'"uovo di Colombo")  fatte da AMERIGO VESPUCCI.    

*** Genova insorge per il dominio francese in Liguria nominando un Doge, Paolo da Novi. Luigi XII, con le truppe svizzere a suo servizio, domina la ribellione e annette il genovese alla Francia.    

*** Con i francesi in casa, arriva in Italia anche il "mal francese" la sifilide.    


*** A Faenza viene pubblicato un decreto per la popolazione, in cui si prescrive un controllo periodico delle prostitute per evitare la diffusione della sifilide che sta flagellando l'Italia .


ANNO 1508


Tutti gli Stati, riuniti nella Lega Cambriai, Germania (Massimiliano), Francia (Luigi XII), Spagna, Savoia, i Gonzaga, l'Ungheria,  il papato e Firenze, si uniscono contro Venezia.    

Tutti i nemici che Venezia si era procurata, si riunirono ognuno desideroso di sottrarle una parte dei suoi domini sulla terra ferma ma anche la città medesima. L'offensiva contro il cospicuo esercito mercenario arruolato da Venezia fu sferrata dalla Francia: Venezia come vedremo più avanti fu sconfitta e corse un grave pericolo. I Francesi e gli imperiali occuparono la terraferma veneta, ma la città lagunare si salvò con l'energia e l'abilità politica. Si cedettero i porti pugliesi per accordarsi con la Spagna; si riuscì a placare il papa che aveva constatato come la rovina di Venezia fosse ancora più pericolosa della sua potenza. Ci fu insomma un rovesciamento delle alleanze, mettendosi il papa  contro la Lega e contro la stessa Francia.    
E ci fu anche un ulteriore passaggio di campo di Venezia, questa volta accanto alla Francia che gli permette il recupero di Brescia e Verona. Alla fine di sette anni di rovinosa guerra si ristabilì il dominio della Serenissima sulla terraferma fino all'Adda; territorio che  rimase fino alla fine della Repubblica Veneziana..    

Ma queste animosità portano Venezia sempre di più all'isolamento cui si aggiunge anche una grande crisi economica all'interno dello stato della Serenissima per la perdita dei commerci marittimi, che ormai stanno spostando il loro asse sulle nuove rotte atlantiche e africane dopo la scoperta delle nuove terre e il passaggio di Capo di Buona Speranza verso l'oceano Indiano. E' la fine di una egemonia marittima e commerciale.

*** GERMANIA - Massimiliano d'Asburgo indebitato con il grande banchiere JACOB FUGGER, gli concede il titolo di cavaliere del Sacro Romano Impero.  Si consolidano così i rapporti finanziario-politici fra l'impero e il grande banchiere. Quest'ultimo, pur essendo Massimiliano già indebitato, gli concede un prestito di 170.000 fiorini, con un preciso scopo: di avere la Germania la supremazia in Europa.    
A titolo di garanzia Fugger ottiene l'esercizio delle saline e le miniere di rame del Tirolo e dell'Ungheria, ma in pegno anche i gioielli della corona.    
La potente casata di mercanti-industriali, divenuti in pratica i banchieri dell'Impero, del Papa e di altri sovrani europei, fallirono nel 1607 in seguito alla bancarotta dello Stato spagnolo.    

La Banca Fugger, è quella che nel 1513 assumerà poi l'incarico della vendita delle indulgenze in Germania; sarà proprio questa speculazione che farà scatenare le ire di MARTIN LUTERO. Queste  rivolte porteranno alla scissione della chiesa di Roma con quella Luterana    


21 FEBBRAIO 1508 viene scoperta sulla facciata di S. Petronio la statua in bronzo di Giulio II di Michelangelo. Alle ore 15, come prescritto dagli astrologi. Molta musica e fuochi in piazza. Giulio II nella statua appare seduto, con il manto e la tiara. Una mano stanca tiene le chiavi, ma l'altra si erge, forse benedicente, ma più probabilmente intimidatoria.     
I bolognesi non apprezzarono l'atteggiamento troppo  minaccioso del papa, più in atto di maledizione che di benedizione. Michelangelo rispose ridendo "E per la maledizione è fatta". Del resto era un po' quello che voleva Giulio II. Il 22 GENNAIO 1507 Giulio II si recò a casa di Michelangelo per vedere la nascita della forma in creta della sua statua Quasi finito il prototipo, Michelangelo chiese al Papa se doveva mettere un libro nella mano sinistra; Giulio II gli risponde: "Mettivi una spada, che io non son di lettere (non so leggere)" e gli lascia 1.000 scudi sul banco. (By  Antonmaria da Lignano)    

POI SUBITO AL GRANDE CAPOLAVORO     
CHE HA IN MENTE GIULIO II    

10 MAGGIO 1508 Michelangelo inizia a dipingere la volta della Cappella Sistina Fino dal 1506 Giulio II aveva in mente tale pittura. Bramante aveva insistito, per distogliere Michelangelo dalla sculture della tomba di Giulio II e cimentarlo nell'affresco, specialità nella quale non aveva esperienza. Il progetto del papa era di dipingere i 12 apostoli. Michelangelo preferì la creazione dell'Universo, la creazione e la caduta dell'uomo, il peccato e il castigo dell'uomo, ossia tutti gli eventi che avevano reso possibile e necessaria la venuta di Cristo. La volta è di mt. 20x13. Compresi i pennacchi e le lunette il totale è di 300 mq.     
A Bramante fu affidato l'incarico di allestire i ponteggi, che furono sospesi, per mezzo di corde, al soffitto, che dovette essere ripetutamente perforato. Michelangelo chiese come potevano essere, in seguito, tappati i buchi della volta. Dalla risposta del Bramante, "E' vi si penserà poi", comprese che o il Bramante valeva poco, o che fosse in malafede. Riuscì, quindi, ad ottenere dal Papa, alla presenza del Bramante stesso, di rifare i ponteggi a suo gradimento. Disegnò come dovevano essere fatti, senza toccare il muro, nella maniera che fu poi presa ad esempio da altri costruttori, compreso il Bramante..    
Giuliano da San Gallo stimò l'opera dovesse costare 15.000 ducati. Michelangelo iniziò ad affrescare la volta il 10.5.1508 e la terminò il 31.10.1512.    
Durante l'esecuzione dell'opera, Michelangelo ebbe diverbi con Giulio II, che voleva andare a vedere l'affresco, contro la volontà del pittore. Una volta finse di partire da Roma, ma in realtà si nascose all'interno della cappella e, quando il Papa vi si introdusse, lasciò cadere alcune tavole dall'alto, col rischio di colpirlo.


ANNO 1509


Il 14-MAGGIO - Le truppe della "Lega" Cambriai, organizzano una spedizione punitiva contro la città lagunare. Dopo aver sconfitto il 14 maggio i veneziani  nella battaglia di Agnadello presso Cremona, e  infranto la resistenza popolare della città,  le truppe invadono Venezia che viene definitivamente sconfitta.    
La Repubblica veneziana rimasta sola con il suo territorio insulare è costretta a ripiegare su una politica di raccoglimento, rinunciando a ogni volontà espansionistica in Italia. Anzi sarà costretta a ritirarsi da alcune città della Romagna.    
Oltre che essere danneggiata la fonte della sua ricchezza, papa Giulio II il 27 maggio colpisce Venezia con il suo interdetto papale.    
Tutto questo mentre le conquiste portoghesi e poi spagnole  nel Nuovo Mondo e in Africa, stanno sottraendo alla Serenissima i commerci del centro Europa che avvenivano  nel Mediterraneo orientale e tramite il mare Adriatico e la città lagunare..     
 Infatti proprio quest'anno i Portoghesi al comando di Francisco de Almeida, conquistano il controllo dell'Oceano Indiano e tutti i commerci col Medio Oriente, fino a quest'anno in mano a navi arabe, egiziane, indiane, ma anche le principali rifornitrici di merci nei porti della Serenissima.    
Mentre gli Spagnoli occupano la Giamaica e la costa atlantica, compreso l'istmo di Panama, il punto più strategico delle due Americhe.    
Occupata anche Cuba, base anche questa strategica per la prossima conquista del Messico.    
Il prossimo anno gli Spagnoli andranno a creare proprio a San Domingo, il primo organo amministrativo e giudiziario nel Nuovo Mondo; una diretta emanazione del potere regio spagnolo sulle nuove colonie.

Il prossimo anno, anche i portoghesi, fanno la fortuna del porto di Anversa. Vi trasferiscono il mercato delle spezie, di cui hanno già ormai il monopolio. La piccola cittadina in pochi anni diventa  il centro finanziario e commerciale più importante d'Europa. In seguito, quando nasceranno altri importanti porti,  la sua vocazione sarà poi quella delle pietre preziose, principalmente la capitale del commercio dei diamanti.    

( il
CURIOSO FEDERALISMO DOGALE DI BERGAMO )


ANNO 1510


*** ITALIA - Papa  GIULIO II,  ormai convintosi  che la rovina di Venezia fosse ancora più
pericolosa della sua potenza, a febbraio esce dalla Lega Cambriai; toglie l'interdetto alla Serenissima; ottiene dalla stessa la libera navigazione delle navi papali o dei suoi sudditi nelle sue acque; e ovviamente restaura i diritti ecclesiastici nella repubblica.     
Per questo atteggiamento, i contrasti non mancano fra il Papa e la ex alleata Francia. Ma per nulla impressionato della potenza francese, Giulio II, già a marzo dichiara guerra a Ferrara, un territorio protetto dai francesi di Luigi XII. Non solo, ma con una alleanza con la Svizzera, dalla Confederazione ottiene truppe mercenarie e ottiene anche di non fornire queste alle altre potenze. L'obiettivo di Giulio II è quello di utilizzare (o invogliare con false promesse) gli svizzeri per  impadronirsi del ducato di Milano, poi ci penserà lui a farli sloggiare.
Ma non fa solo questo: per ottenere l'appoggio contro la Francia, il 5 luglio, Giulio II, concede l'investitura del Regno di Napoli allo spagnolo Ferdinando il cattolico.    
La reazione della Francia e di Luigi XII è immediata: il re convoca un sinodo di vescovi francesi a Tours, che non solo condannano la politica del Papa, ma appoggiano la guerra della Francia contro il Papa e i suoi alleati.    
La spedizione in Italia  è anche immediata, fino al punto che già a dicembre i francesi assediano la papalina Bologna.    
La guerra tra Francia e Papato è iniziata. Ed è iniziato un periodo cupo soprattutto sulle grandi città del Nord, in particolare Milano, che con francesi prima e gli spagnoli poi, andrà a conoscere dei tempi duri con una impietosa decadenza. Grazie proprio a queste scellerate alleanze di Giulio II, spesso mutate radicalmente.    


*** RAFFAELLO DIPINGE LE STANZE VATICANE.    

*** MICHELANGELO prosegue da solo gli affreschi della CAPPELLA SISTINA     
Non avendo dimestichezza con la pittura a fresco, chiamò da Firenze il Granacci, Giuliano Bugiardini, Iacopo di Sandro, l' Indaco il Vecchio, Agnolo di Domenico ed Aristotile e li mise ad iniziare l'opera. Apprese i segreti dell'arte, ma non fu soddisfatto della qualità delle pitture, tanto che dopo pochi giorni decise di disfare tutto quanto i collaboratori avevano eseguito, di chiudersi nella Cappella e di lasciare fuori gli altri, sia dalla Cappella che da casa sua, tanto che essi, con vergogna, se ne tornarono a Firenze.


ANNO 1511


*** La politica di Giulio II, non ha preoccupato solo la Francia, e il suo clero che ha legittimato la guerra contro il Papa e i suoi alleati, ma (appoggiati proprio dal clero francese)  ha trovato anche delle ostilità in Italia. Alcuni ecclesiastici il 1° di settembre promuovono un concilio a Pisa per assumere lo stesso atteggiamento francese. Osteggiato dai fiorentini, i conciliari sono però costretti a trasferirsi a Milano.    

*** Immediata la reazione di Giulio II: A Roma costituisce il 5 ottobre la "Lega Santa" contro i Francesi. A farne parte oltre alle truppe papaline, troviamo ora gli ex nemici veneziani e gli spagnoli  a cui ha concesso lo scorso anno a Ferdinando l'investitura del regno di Napoli; più tardi sarà appoggiato anche dagli inglesi. Questi ultimi (ed è la prima volta che l'Inghilterra esce dalla sua isola) solo per opportunismo, infatti il giovane 20 enne re

ENRICO VIII ( QUI LA BIOGRAFIA )
ha concluso il 20 dicembre a Burgos un'alleanza proprio con gli Spagnoli
(ha del resto sposato
CATERINA d'ARAGONA
- VEDI QUI LA BIOGRAFIA )

con l'intenzione di scatenare da ovest una offensiva contro la troppo potente Francia.    

*** C'è una breve ribellione a Bologna con i signori Bentivoglio che riescono, scacciando i papalini, solo per circa un anno a tenere nuovamente in pugno la città, poi le rinforzate truppe del papa torneranno a rioccupare la città, ripristinandovi l'autorità ecclesiastica.    

*** GERMANIA - Anche nei mari del Nord avvengono forti contrasti fra la Lega Anseatica e l'Olanda. Quest'ultima tenta di infrangere il monopolio dei commerci che i germanici hanno su tutto il territorio del Baltico.

*** FERDINANDO "IL CATTOLICO"(!) RE DI SPAGNA EFFETTUA LA PRIMA VENDITA DI 250 SCHIAVI NERI NELLE AMERICHE.    
LI FA CATTURARE IN AFRICA E LI VENDE PER I LAVORI AGRICOLI IN AMERICA, A Hispaniola (San Domingo)  (E' l'inizio dell'inumano traffico dei neri)    

PRIMA DELLA FINE DEL 1600 NE ARRIVARONO SUL TERRITORIO AMERICANO 1.000.000, NEL 1600 ERANO 2.750.000, E NEL 1700 SE NE CONTAVANO GIA' 7.000.000. SFRUTTATI NELLE VARIE PIANTAGIONI


ANNO 1512



FIRENZE - L'esercito della "Lega Santa" formato da spagnoli, veneziani, svizzeri e romani si scontra a Ravenna l'11 aprile, con l'esercito francese.  Giovanni de' Medici (papa il prossimo anno) scende in campo personalmente, ma purtroppo l'esercito papale comandato da Marcantonio Colonna viene sconfitto. Ma la morte del condottiero francese generale Gastone di Foix rovescia però le sorti della battaglia e con un contrattacco al posto dei francesi subentrano gli spagnoli. Firenze paga la tradizionale fedeltà ai gigli di Francia con l'immediata soggezione alla Spagna e col ritorno della famiglia Medici (I cardinali Giovanni e Giuliano, figli di Lorenzo il Magnifico).    
MACHIAVELLI è uno dei tanti sospettato di alto tradimento e perfino di complicità in una congiura architettata assieme a P. Paolo Boscoli. Viene cacciato da Firenze e confinato nella sua piccola tenuta di San Casciano. Un esilio che durerà 8 anni, nel corso del quale nasceranno le sue opere migliori.    

Un altro esercito di spagnoli e napoletani passa l'Appennino tosco emiliano, mette a ferro e fuoco il Mugello, entra con un buco nel muro a Prato e vi uccide tutta la popolazione. Giovanni de' Medici non riesce a fermare il comandante Raimondo di Cardona.     
Dopo il sacco di Prato, Lorenzo, figlio di Piero e Alfonsina, rientra a Firenze dopo 18 anni di assenza con il resto della famiglia. Governò poi malvolentieri e in modo arrogante, nonostante lo zio Giovanni (Leone X, un Medici che sale al soglio il prossimo anno), gli raccomandasse modestia e temperanza. Lorenzo a Firenze era chiamato "il Magnifico Merda". La guerra che condusse contro i generosi duchi di Urbino fu una vergogna. Con un forte esercito Lorenzo espugnò in malo modo la rocca di Montefeltro. Lo zio Leone X, per debolezza, lo nominò duca di Urbino. Un atto di nepotismo che papa Leone X criticherà, ma che però non ha potuto evitare: per ragioni di stato.    

Nel frattempo il papa dopo aver assoldato 18.000  mercenari svizzeri, questi uniti alle forze veneziane, a maggio sferrano l'attacco definitivo per cacciare via i francesi e occupare Milano.     
La Lega Santa promossa da Papa Giulio II, ha dunque adempiuto al suo compito: far crollare  l'egemonia francese in Italia, far loro riattraversare le Alpi.    

Gli alleati a vittoria conclusa si riuniscono  a Mantova per la nuova spartizione dell'Italia.    
Parma e Piacenza entrano nel territorio del dominio papale; mentre il ducato di Milano, viene affidato a Massimiliano SFORZA, figlio di Ludovico il Moro, ma sotto il controllo degli svizzeri.    

*** In GERMANIA in ottobre si tiene la Dieta di Colonia. Nel corso di questa Dieta (non molto diversa da quella infruttuosa fatta a Worms nel 1495 da Massimiliano) viene stabilito che il sommo potere su tutto il territorio imperiale, appartiene solo alla Dieta Imperiale, che delibera sulle proposte della Reggenza in tre Collegi: Principi Elettori, Principi e Città Imperiali. Le sue decisioni vengono pubblicate con il nome di Consultum Imperii. Vengono create 10 circoscrizioni amministrative, rette da direttori di due Principi, per la garanzia della pace generale. Inoltre negli stessi distretti con dei capi circoscrizionali, ci sarà  l'esazione dell'imposta ed il reclutamento dell'esercito imperiale     
Politicamente per la piccola nobiltà feudale è una ulteriore frustrazione per il consolidamento di soli alcuni grandi Principati regi ed ecclesiastici; sono inoltre provvedimenti che vanno sempre di più a impoverire ma anche a rendere ostili i piccoli nobili esautorati dal potere che prima esercitavano in piena autonomia o con meno esazioni.    
Un'altra dieta si terrà nel 1521 a Colonia; ma anche questa non avrà concreta attuazione.    
La "rivolta dei cavalieri"  avverrà l'anno dopo, nel 1522, ispirata dai fermenti religiosi innescati dalla protesta luterana.



OTTOBRE Giorno d'Ognissanti 1512 - Giulio II minaccia Michelangelo di buttarlo giù dal palco se non finisce la volta della cappella Sistina.     
Michelangelo riuscì a completare la volta, che richiese in tutto 20 mesi di lavoro solitario, che comprendeva anche la macinazione dei colori, continuamente pressato dalle insistenze del Papa, al quale, una volta, rispose che l'opera sarebbe stata finita "quando io arò satisfatto a me nelle cose dell'arte" "E noi vogliamo" rispose il papa "che satisfacciate a noi nella voglia che aviamo di farla presto", giungendo alla minaccia di buttarlo giù dal palco. La mattina di Ognissanti 1512 la Cappella veniva riaperta al pubblico, con il rammarico di Michelangelo, che non aveva avuto il tempo di apportare le rifiniture a secco, specialmente nei panneggi e nel cielo ultramarino.    
Giulio II si godrà pochissimo l'opera, tre mesi dopo moriva.    

*** HELEIN costruisce il 1° OROLOGIO DA TASCA (detto "l'Uovo").    

*** ERASMO DA ROTTERDAM denuncia pubblicamente la corruzione della chiesa; in questo stesso periodo scrive una delle sue opere più famose: Elogio della pazzia.    

*** MARTIN LUTERO compie la sua prima visita a Roma. Resta profondamente turbato e scandalizzato nel vedere il lusso di alcuni prelati nella corte papale.


ANNO 1513


*** Il 21-FEBBRAIO muore GIULIO II. Viene eletto il figlio dei Medici LEONE X, che (forte della vocazione della famiglia - grandi banchieri - quindi deformazione professionale) incarica la banca tedesca Fugger della riscossione delle indulgenze (che consiste in una certa somma da versare alla Chiesa di Roma, per ogni peccato da scontare).    
LUTERO già turbato dal suo viaggio a Roma dove ha visto nel clero opulente ricchezze, a sentire questa mostruosità, si infuria; sta per iniziare la rivolta "luterana", origine di una profonda incomprensione anche sulla dottrina che porterà nei successivi anni alla Riforma e alla Controriforma. Uno sconvolgimento religioso su tutta Europa, quando alla "protesta" tedesca, si affiancò quella svizzera e quella inglese.      

*** Morto Giulio II, sulla situazione caotica in cui versa l'Italia con i vari conflitti,  Leone X cerca di condurre -diversamente dal suo predecessore- una politica meno belligerante, con un'azione di mediazione diplomatica.
Ma purtroppo si sono accese in vari punti della penisola varie dispute, dove sembra che quelle italiane interne siano solo più di contorno alle due potenze: Francia e Spagna decise a ignorare ogni compromesso, e tanto meno a rinunciare alla loro ambizione.    

In conflitti sempre sempre più complicati e le alleanze pure. Questa volta sono i Veneziani a stipulare un'alleanza con i Francesi il 23 marzo a Blois. L'intenzione è quella di sferrare un attacco agli svizzeri che controllano il ducato di Milano. Il reciproco aiuto permetterebbe ai francesi di ritornare in possesso di Milano, e ai veneziani la riconquista di quei territori posseduti prima della spedizione "punitiva" della Lega di Cambriai.
Ma quasi nello stesso tempo -in aprile-  si ricostituisce anche la Lega Santa, tra Impero, Papato, Spagna e Inghilterra. Qui il progetto è molto più ambizioso: ed è quello di invadere il territorio francese, mentre i due eserciti (Francia e Venezia) saranno impegnati in Lombardia.    
A maggio a iniziare il conflitto sono i francesi; scendono sulla pianura Padana dalle Alpi, ma non vanno oltre Novara; qui sono sconfitti dagli svizzeri, che non solo li ricacciano indietro al di là delle Alpi, ma li inseguono fino a Digione.    
Nello stesso tempo dall'Inghilterra, il 16 agosto, il giovanissimo 22enne  re ENRICO VIII, sbarca a Calais riprendendosi dai francesi questo antico possedimento; sembra che non voglia andare oltre, ma il prossimo anno vedremo che non è così; lui  vuol "fare pesare la sua presenza sul continente".    
Questa è una novità per i sovrani inglesi. Lui è infatti il primo a rompere l'isolamento che l'Inghilterra si era scelto.
LUIGI XII è costretto a scendere a patti innanzitutto con Roma;  a dicembre conclude  la pace, e torna nelle braccia protettive del papa, dopo aver abbandonato la sua ostile politica religiosa  con lo scisma del 1510 a Tours. 


ANNO 1514


*** Il giovane Enrico VIII, con la sua prima invasione sul continente, si era poi fermato a Calais, non destando molte preoccupazioni a Luigi XII; ma nello stesso tempo alla fine dello scorso anno, il 12 ottobre, prima della pace del re di Francia con il papa, aveva firmato un'alleanza con l'Imperatore germanico Massimiliano per organizzare una offensiva in grande stile contro la Francia, sperando che questa indebolita dalla sua avventura in Italia sarebbe stata una facile preda.    

Ma abbandonate ogni velleità, e tornato Luigi XII all'ovile di Roma, sia Massimiliano che Ferdinando il Cattolico ritengono più opportuno firmare in aprile di quest'anno una pace con Luigi XII. Più che una pace è una tregua d'armi; pronta ad essere ripresa in altre circostanze critiche. Ma....    
Ma ormai isolato com'era Luigi XII, non fidandosi troppo della pace con il Papa, al giovane sovrano Enrico VIII (figlio di Enrico VI)  non fa solo altre concessioni (come il Tournai) ma gli dà in sposa anche la sorella: MARIA TUDOR(1496-1533) (da non confondersi con Maria Tudor, sua figlia, che deve ancora nascere (1516) da suo primo matrimonio con Caterina d'Aragona).    
Un matrimonio fatale quello di Luigi, che avrà grandi ripercussioni già a partire dal prossimo anno, in Francia, in Inghilterra e in Italia.     
Fatale perchè Luigi XII a pochi mesi dal matrimonio con Maria Tudor, termina la sua vita il 31 dicembre di questo stesso anno.    
Luigi aveva già sposato nel 1476 la sorella di Carlo VIII, Giovanna, poi divenuto re di Francia, alla morte di Carlo si affrettò a chiedere l'annullamento del matrimonio, per sposare la vedova, Anna di Bretagna, che era poi morta.     


*** All' Universita' di Padova si svolge la 1° LEZIONE DI ANATOMIA


ANNO 1515


*** Il primo dell'anno alla corte di Francia si è svolto contemporaneamente un grande funerale e una grande festa. Luigi XII ha lasciato la sua vita terrena proprio nell'ultimo giorno dello scorso anno, mentre il genero 21 enne FRANCESCO I di VALOIS (figlio di Carlo d'Orleans) sale sul trono di Francia. Vi regnerà per 32 anni, combattendo quasi sempre in ogni luogo, agendo spregiudicatamente, alleandosi un po' con tutti, con protestanti tedeschi ma anche con i turchi, pur di rompere il continuo accerchiamento della Francia voluta un po' da tutti i suoi nemici o ex alleati. Francesco resta comunque uno dei grandi protagonisti della storia cinquecentesca.

  Appena nominato re di Francia, nonostante la giovane età, Francesco è subito attivo nella diplomazia e nell'azione come un consumato sovrano. Con il re d'Inghilterra Enrico VIII mantiene i buoni rapporti instaurati ultimamente da Luigi XII e firma con l'altrettanto giovane re inglese -in aprile- anche un trattato di pace per, evitare delle sorprese da questo giovane che morde il freno anche lui, ma soprattutto per assicurarsi le spalle mentre - ha preso subito quest'altra decisione- lui andrà subito a riconquistare il ducato di Milano perso dal suocero nel '512.    
Riallaccia immediatamente i rapporti con i Veneziani, e quindi con una rinnovata alleanza  vuole portare avanti il vecchio progetto di Luigi XII fallito poi a Novara con l'intervento degli Svizzeri che li ricacciarono inseguendoli fino a Digione.    
Francesco è anche tempista, sceso in Italia, attende di congiungersi con le forze veneziane guidate da Bartolomeo di Alviano, poi il 13 settembre  a Marignano scatena l'attacco e sconfigge l'esercito svizzero.    
Questa volta non sono gli svizzeri a inseguire i francesi, ma sono francesi a inseguire gli Svizzeri, che ritirandosi da Milano vanno a insediarsi stabilmente in quella zona che fino a questo 13 settembre apparteneva al ducato: cioè il Canton Ticino dell'attuale Confederazione Svizzera. Il 7 novembre di quest'anno, dopo il trattato di pace che seguì tra la Francia e la Svizzera, verrà siglata  questa sottrazione di territorio alla Lombardia.    
Nel ducato milanese ovviamente tornano a governare i francesi e viene scacciato il duca Massimiliano Sforza.
Con Francesco II Sforza, fratello di Massimiliano, terminò (1535) la linea maschile legittima dei duchi di Milano, anche se ormai non contavano più nulla perchè i reggenti erano stranieri.     
(vedi su questo stesso sito

LA DINASTIA DEGLI SFORZA )    

*** Fra il luglio e il dicembre del 1513 MACHIAVELLI nel suo esilio, alternando qualche partita a carte nella vicina osteria, dell'" albergaccio" di sant'Andrea in Percussina, presso San Casciano,  elabora e scrive la sua più celebre opera: Il Principe.     
Il tema affrontato sono le norme spregiudicate dell'agire politico, sovvertendo le tradizioni religiose, quelle morali oltre che quelle etiche. Affronta il problema della fondazione del principato e dei modi di conservarlo, convinto che a costituire uno Stato fosse necessaria l'azione energica di un solo capo, e che pertanto il principato è la prima fase dello Stato, il quale successivamente trova una sua stabilità non più nella volontà di un individuo ma nella imparziale forza delle leggi.    
In sostanza scrive un libro di istruzioni per una politica militante, dove i princìpi della sua dottrina sono: indipendenza della politica dalla morale e riconoscimento delle dure leggi della politica.    

(Il
Principe lo trovate integralmente in linea su questo sito nella pagina di "presentazione" nel link "opere in linea").

*** INGHILTERRA - Come se avesse letto Machiavelli, Enrico VIII  (ha 24 anni) sta governando (e governerà per altri 40 anni) con una politica assolutista, reprimendo i poteri nobiliari e l'autonomia del parlamento. Ad assecondare il suo assolutismo è l'arcivescovo di York, Thomas  Wolsey, cardinale e legato pontificio, ma nominato  da Enrico cancelliere del regno. Molto influente fu il sostenitore oltre che l'autore del rafforzamento del potere centrale.    
Poi cadde in disgrazia quando fallì il suo tentativo di far concedere il divorzio a Enrico VIII; fu da lui accusato di alto tradimento, e sostituito da Tommaso Moro.    
Enrico VIII, manderà sul patibolo anche 5 mogli, ma è anche uomo colto e dotato di carisma; iniziò a fare una politica di presenza attiva nel contesto europeo, uscendo così da quell'isolamento che l'Inghilterra si era messa. Con l'adesione alla Lega Santa promossa da Giulio II contro la Francia, Enrico  ruppe proprio questo isolamento, sbarcando sul continente e riportando anche una vittoria     

*** In UNGHERIA Ladislao II e gli Asburgo stipulano un patto per regolare la successione al Regno di Ungheria. In caso di estinzione della casa reale ungherese il Regno di Ungheria passerà agli Asburgo.
    

*** Il grande tipografo veneziano ALDO MANUZIO dà alla stampa una II edizione aldina della "La Divina Commedia" di Dante,Venezia, agosto 1515. Era la prima volta che in un libro a stampa della Divina Commedia veniva riportato il classico disegno dell'Inferno, Purgatorio, Paradiso.    
Nella I edizione del 1502 non figurava invece tale disegno. (By: pieronimus)


ANNO 1516


 
*** FIRENZE - Muore Giuliano de' Medici. A succedergli è Lorenzo, figlio di Piero, e poi Giulio, figlio naturale del fratello del Magnifico, Giuliano, e futuro papa Clemente VII.    

*** FRANCIA - Francesco I, dopo aver vinto gli Svizzeri e rioccupato il ducato di Milano, continua la sua opera diplomatica anche con il Papa. A Bologna il 18 agosto con LEONE X, stipula un concordato che è un importante strumento di potere economico-politico. Il re francese deve rinunciare alle forme di controllo sulla vita ecclesiastica francese (così come erano stati previsti dalla Prammatica Sanzione di Bourger del 1438), ma gli viene concesso il diritto di designare i titolari dei benefici ecclesiastici. Roma insomma non li può scegliere, ma si arroga il diritto di respingere quelli non graditi; e quelli eventualmente graditi dal momento della loro designazione vanno sotto il controllo papale e non a quello regio.    

*** SPAGNA - GERMANIA -  Muore Ferdinando il Cattolico, che è il nonno materno del giovane 16 enne, CARLO d'ASBURGO. E' appunto lui ora a ereditare tutti i domini della Spagna, comprese le dipendenze americane e quelle italiane.    
Essendo minorenne, reggente del futuro imperatore CARLO V,  è nominato il potente cardinale JIMENEZ.

Ne approfitta subito Francesco I re di Francia, per stipulare il 13 agosto a Noyon, una pace con Carlo, ma anche per confermare la spartizione dell'Italia dopo la rioccupazione del ducato di Milano. Il nord alla Francia, il Meridione alla Spagna.    
L'imperatore Massimiliano durante l'offensiva dei francesi, aveva già approfittato per farne contemporaneamente una anche lui di offensiva sul grande ducato di Milano, non accontentandosi della sola Verona sottratta a Venezia nel 1509 con la Lega Cambriai; lui sperava in un disfatta di Francesco e dei suoi alleati Veneziani; ma anche dopo la vittoria dei francesi, non aveva desistito a continuarla questa offensiva che però non fu coronata dal successo.     
Aderisce così anche lui al patto di Noyon, fatto dal nipote Carlo con Francesco, ma è costretto a cedere ai Veneziani il territorio veronese. La Repubblica Veneta ritorna così in possesso nuovamente di grandi spazi sulla terraferma.    

Il giovane Francesco, continuando la sua grande opera diplomatica, torna in Svizzera e con la Confederazione stipula a Friburgo il 29 novembre un trattato di pace ancora più solido di quello firmato a Ginevra, cioè perpetuo. Un trattato che resisterà per quasi 300 anni, fino al 1789.


***
MARTIN LUTERO, all'università di Wittenberg, termina le sue lezioni sulla Lettera ai Romani dell'apostolo Paolo. Prima formulazione del professore ribelle, dei principi della teologia fondata sulla salvezza dell'anima. Sta intanto redigendo le 95 Tesi che il prossimo anno secondo una tradizione affiggerà sulla porta del duomo di Wittenberg.    


***  TOMMASO MORO, umanista inglese, pubblica a Lovanio,  UTOPIA: progetto di una società ideale senza proprietà privata e intolleranza religiosa. Un esempio dell'utopia politica rinascimentale.    

(l'opera utopia la trovate integralmente in linea su questo sito nella pagina "presentazione" nel link "opere in linea")

*** LUDOVICO ARIOSTO pubblica a Ferrara, la prima edizione del suo capolavoro: l'Orlando furioso.  Una epopea cavalleresca.


 

ANNO 1517


LUTERO in polemica con il potere papale, affigge sul portone del duomo di Wittenberg, le 95 tesi polemiche contro il commercio delle indulgenze e contro la mondanità e la corruzione della Chiesa romana.    
MARTIN LUTERO  e la Riforma Protestante    

Rivogendosi ai dotti e ai teologi mette in moto quel grande conflitto politico religioso (la Riforma Protestante) che condurrà a una rottura irreversibile dell'unità  cristiana  dei popoli del centro e del nord Europa che si liberarono dell'autorità della Chiesa di Roma.    
La "protesta" di Lutero - l'idea di riformare la Chiesa per ritornare agli ideali di povertà e purezza dei Vangeli- non era però nuova: il teologo inglese JHON WYCLIFF (1320-1384),   e il boemo JAN HUS (1369-1415) avevano già criticato il potere temporale del papa e gli aspetti mondani delle gerarchie ecclesiastiche.     
In Italia si era invece levata la voce di

GIROLAMO SAVONAROLA (1452-1498) con i suoi "piagnoni".
Lutero ottenne maggior fortuna  - sia per la  diffusione delle sue dottrine tramite la stampa  e sia per la critica situazione politica e sociale che in questo periodo si era creata in Europa con gli Stati nazionali. Cioè la lotta feudale  contro quel forte potere centrale che si era formato, e che si accrescerà fra tre anni con l'asburgico-spagnolo, imperatore CARLO V. Tutti i principi e i nobili, oltre che lottare per avere più autorità sui propri sudditi, scesero in campo contro la Chiesa soprattutto per impossessarsi dell'immenso patrimonio fondiario posseduto dai religiosi e le decime che la Chiesa raccoglieva. Ma fu anche per molti Principi -la contesa religiosa- un alibi per scaricare le proprie incapacità di governare e naturalmente di sottrarsi alle proprie responsabilità del degrado di alcuni territori. Ottenuti poi i privilegi i patrimoni ecclesiastici e le decime, diventarono (moltiplicandosi) essi stessi dispotici e ancora più vessatori nei confronti dei loro sudditi che alla questione morale avevano creduto.    

*** A ROMA, papa Leone X, non resta insensibile alla sconvolgente protesta di Lutero; anzi chiudendo quest'anno il V Concilio Lateranense, si era già espresso per completare una grande riforma della Chiesa.    
Pubblica anche una Bolla per una lunga pace in tutta la cristianità; ma invece di prestare molta più attenzione a questa "protesta" a Nord, rivolge i suoi sguardi a Sud, promuovendo una crociata contro i Turchi che risalendo dai Balcani stanno espandendosi e minacciando l'Europa.

*** SPAGNA - GERMANIA - L'8 novembre muore il tutore- reggente del regno di Spagna,  il cardinale Jimenez. CARLO d'ASBURGO  nonostante ancora in giovane età (ha 17 anni) parte per per le Fiandre per assumere la carica di governo. Lui pur figlio di Giovanna di Castiglia è cresciuto nei Paesi Bassi educato da Adriano di Utrecht (futuro papa Adriano VI), quindi fiammingo. A uno stuolo di dignitari fiamminghi che si porta dietro distribuisce le cariche più importanti, cercando così di dirottare tutta la politica spagnola sul versante della grande politica europea; si allontana cioè da quella politica spagnola di raccoglimento sul mediterraneo e di espansione sulla grande immensa costa nordafricana. Questa era stata la politica  di Ferdinando d'Aragona e del cardinale  Jimenez.    
Questa svolta autoritaria e contro questa invasione di suoi fedelissimi ma rapaci (che ben presto ridussero sul lastrico la Spagna) desta subito delle forti ostilità nella nobiltà spagnola, ma anche una ostilità nazionale, perchè Carlo non conosce la lingua locale, parla solo il fiammimgo o il tedesco asburgico d'Austria. E' insomma uno straniero in un grande regno, con nessun contatto con i locali, e quindi con nessuna conoscenza della realtà spagnola.    
Una ostilità che si estenderà poi anche in Francia -preludendo a un lungo conflitto- quando Carlo alla morte di Massimiliano I (fra due anni, nel 1519) eredita anche tutti i domini della Casa d'Austria, ponendo la sua candidatura alla dignità imperiale, battendo quella francese, assumendo lui la carica di imperatore con il nome di CARLO V.


ANNO 1518


*** CARLO, governando subito con autorità la Spagna, fra le altre cose, emana una disposizione che concede al suo favorito  Lorenzo Gorrevod, il monopolio del trasporto di schiavi negri (che continuamente sono catturati sulle coste o all'interno del Nord  Africa) a Cuba, Giamaica, Hispaniola, Puerto Rico. Un lucroso affare che inizia a prendere delle dimensioni gigantesche.    

*** PAPATO E GERMANIA - L'appello lanciato dal papa per unire tutta la cristianità per organizzare una crociata contro i Turchi, proprio alla Dieta di Augusta, dove Martin Lutero rifiuta di ritrattare le sue tesi, nel clima rovente, viene anche rifiutata  la richiesta imperiale di aiuti.    

Nello stesso periodo, partendo dal Brandemburgo, accentuandosi il carattere della società feudale,  sempre di più si stabiliscono in tutta l'Europa orientale delle leggi per asservire la classe contadina, e a esigere da loro tutte le prestazioni gratuite.    
A imitare queste leggi anche i proprietari terrieri Polacchi, che nell'arco di tre anni, emanano leggi in tal senso, compreso il diritto di giudicare i propri sudditi.     

*** In Europa inizia la diffusione della bevanda CAFFE'. Il merito, va soprattutto alle invasioni dei turchi, che si sono verificate in questi ultimi anni sulle coste venete. Ne fanno largo uso, e quindi lo fanno scoprire prima ai triestini e poi ai veneziani che ne iniziano l'importazione e il fiorente commercio nel resto d'Europa.    

*** Arrivano dal Nuovo Mondo i tacchini, e dal Messico Azteco (dove sta dominando il sanguinario CORTEZ ) precisamente dalla zona di Chocolatl, l'Europa scopre il chocoa (cacao) il cioccolato.    

*** HERMAN CORTEZ, con 700 uomini, 17 cavalli e 10 cannoni, dopo essere sbarcato sulla costa dello Ycatan, inizia la sua avventura  in Messico sconvolgendo la civilta' Azteca. Un territorio dove si calcola vivevano circa 7 milioni di individui.    

Accolti nel febbraio del 1521, gli spagnoli senza nessuna ostilità nella capitale Tenochtitlan dal sovrano MMONTEZUMA, Cortez, puntando soprattutto ai tesori che invece gli abitanti vogliono difendere perché sono essenzialmente oggetti sacri, Cortez li esige. Di fronte ai rifiuti non trova di meglio, con tante giustificazioni di carattere religioso, che sterminarli; oltre che distruggere tutte le vestigia del loro passato.    

L'invasione e il genocidio avvenne nel '21. I conquistadores spagnoli, guidati da quest'uomo che aveva doti militari e politiche non comuni, distrussero l'impero azteco di Montezuma perseguendo due obiettivi principali: trovare oro e convertire al cristianesimo le popolazioni pagane del Nuovo Mondo. Trovarono poco oro, moltissimo argento (le miniere di San Luis Potosì, Guanajuato e Zacatecas producevano ancora, a metà dell'ottocento, un terzo dell'argento di tutta l'America) e trovarono  moltissimi nuovi uomini da evangelizzare, compito questo non difficilissimo, perché agli infedeli non venivano date in verità molte alternative.    

Il territorio conquistato venne denominato Nuova Spagna e nel 1525 un decreto di Carlo V trasferiva a un governo locale, detto Udienza Reale, i poteri amministrativo-giudiziari. Cortes cadde poi in disgrazia, accusato di aver cercato di crearsi il suo dominio personale, ma i suoi metodi furono ripresi in pieno dagli zelanti funzionari spagnoli che sbarcarono nel Nuovo Mondo per consolidare il potere dell'imperatore. E questi metodi erano quanto di più semplice, brutale ed efficace si potessero immaginare: cancellazione di ogni memoria spirituale e materiale della civiltà azteca, con la demolizione di templi e palazzi, conversione al cattolicesimo delle popolazioni e sottomissione totale degli indios.    

La Nuova Spagna assunse definitivamente il nome di Messico dal nome della capitale azteca, Mexico, distrutta e poi ricostruita da Cortes sul modello delle città spagnole . Chiesa e Corona procedevano a braccetto in perfetta armonia, in una simbiosi mutualistica che creò uno sfruttamento sistematico e brutale che durò per tre secoli. La popolazione (agli inizi dell'ottocento si contavano circa sei milioni di abitanti) si divideva in una minoritaria classe dirigente formata da creoli (gente di origine spagnola nata in Messico) e da gachupines (nati in Spagna e venuti in colonia in genere per assumere cariche pubbliche) e in due classi inferiori, i mestizos, circa un milione, che erano nati da unioni tra spagnoli e donne indie, e gli indios, circa quattro milioni.    

Questi ultimi in particolare vivevano in una condizione di servitù quasi assoluta, relegati da leggi discriminatorie e da norme di polizia; il loro impiego come braccianti agricoli o come servitori era l'unica possibilità per sopravvivere. Vi erano nel paese anche circa diecimila schiavi negri, ma la tratta degli schiavi non fu mai realmente praticata in Messico, perché era più semplice ridurre in una schiavitù de facto le popolazioni locali. Sottopagati, gli indios dovevano però pagare regolari tributi al governo e alla Chiesa ed era per loro praticamente impossibile migliorare la propria condizione sociale.    

Il Messico divenne  il gioiello della corona del Re di Spagna, ma questo gioiello fu amministrato con così poca lungimiranza, sfruttando pesantemente sia le popolazioni locali sia i coloni, che con i vincoli della madrepatria si fecero sempre più tenui, mentre il desiderio dell'indipendenza cresceva, aspettando solo il momento favorevole per tradursi in rivolta. Quando la Spagna conobbe, agli inizi del XIX secolo, la condizione di vassalla sotto le armi napoleoniche, scoppiarono rivolte anche in Messico....

(LA STORIA DEL MESSICO FINO AL '900 PROSEGUE QUI)    

Non molto diverso più tardi il comportamento di FERNANDEZ DE CORDOBA; quando scopre lo Yucatan e la civiltà dei MAYA, le cui popolazioni in questo periodo stanno vivendo una profonda crisi interna e attraversando una fase di decadenza politica.    
Fernandez la fa scomparire del tutto, rade al suolo i villaggi e uccide tutti gli indios del luogo.


ANNO 1519



*** Il 12 gennaio muore l'imperatore MASSIMILIANO d'ASBURGO. Il nipote CARLO oltre che aver già ereditato da suo padre Filippo d'Asburgo i Paesi Bassi e la Contea Franca nel 1506, e da parte di sua madre  Giovanna di Castiglia quando morì  Ferdinando d'Aragona, la Spagna, eredita  anche i domini della Casa D'Austria.
Inoltre contendendo il titolo a Francesco I re di Francia, pone la sua candidatura  alla dignità imperiale. Per ottenerla si appoggia alla potente banca dei Fugger (che si ripagarono con il favore imperiale e con vasti possedimenti) per corrompere gli elettori.    
Con 850.000 fiorini di  prestiti promessi ai Grandi Elettori tedeschi, il 25 giugno è Caro  a essere prescelto come imperatore assumendo il nome di CARLO V.    
Un buon appoggio -comunque non ostile alla nomina- viene pure da papa Leone X, sensibile a quel tentativo che l'estroverso ma anche pio Carlo, di unificazione politico-religioso del suo impero, sentendosi già signore politico e morale dell'intero mondo cristiano. Carlo era intriso di un fervente cattolicesimo, quasi mistico-bigotto, che lo portò  anche a lunghi periodi di abbandono eremitico e di preghiera. Del resto era stato Adriano di Utrecht, futuro papa Adriano VI, a infondergli una forte religiosità nella sua adolescenza.
Ma anche un altro religioso, Mercurino da Gattinara, ebbe  un'enorme importanza ideologica nella formazione dell'imperatore; fu lui che gli inculcò l'ideale di un impero universale cristiano, che giungeva direttamente da Carlo Magno, e Carlo (che aveva addosso anche il mitico nome) si innamorò subito di questa ambiziosa idea e la visse con un senso vivo e profondo di fede.    
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Decisamente più ostili invece i francesi. Questa anomala elezione, fatta con promesse di ingenti somme di denaro, preludono già a un lungo conflitto fra l'impero asburgico e Francesco I.    
CARLO V  non ha ancora 20 anni; ma improvvisamente viene a trovarsi nella sua posizione come il sovrano più potente d'Europa.     
Un complesso blocco eterogeneo frutto di quattro eredità distinte, con una costellazione di principati e città libere. Un agglomerato di repubbliche

mercantili urbane e di signorie feudali, spesso travagliate da lotte intestine; la Castiglia e le conquiste castigliane, nell'Africa settentrionale, nell'area caraibica e nell'America centrale; l'Aragona e i domini aragonesi d'oltremare e cioè Napoli, la Sicilia e la Sardegna.    

Insomma sta  iniziando l'avventura storica, politica e umana del monarca spagnolo che costruì un impero "sul quale non tramontava mai il sole"
    
(vedi qui la  INTERA  BIOGRAFIA DI CARLO V ) 


*** A stimolare la stragi nel Nuovo Mondo, c'e' una lettera dall'Europa: si danno persino agli "uomini" (apportatori di "civiltà" nelle tribù ritenute "disumane") per ogni indigeno ucciso delle gratificazioni in denaro, oltre alla benedizione  per aver eliminato un infedele.     
Prima di CORTEZ, CORDOBA, PIZARRO, e prima dell'arrivo dei coloni europei che poi seguiranno in massa, vivevano in America (si calcola oggi) circa 100 milioni di uomini. L'incontro con la "civiltà" ne lascerà vivi appena qualche milione!    


*** LUTERO ha scatenato la polemica, e a Lipsia si svolge una pubblica discussione sui problemi della sua dottrina. Uno dei più accaniti è il teologo J. ECK che lo accusa di sostenere le stesse tesi di Jan HUS, cioè la negazione dell'autorità del papa e dei Concili.    
E' proprio Eck a suggerire a Leone X la bolla papale che che condannano 41 delle 95 tesi di Lutero.     

*** MAGELLANO inizia la CIRCUMNAVIGAZIONE DEL GLOBO.    

*** IN FRANCIA (presso Ludovico il Moro che si trova al confino) muore LEONARDO DA VINCI


ANNO 1520



Il 15-GIUGNO,  papa LEONE X con la bolla "Exsurge Domine, condanna  MARTIN LUTERO e marchia la sua dottrina eretica. A sua volta il 10 DICEMBRE il teologo ribelle di Wittenberg, brucia in pubblico platealmente la bolla papale. Leone risponde il prossimo gennaio scomunicandolo.    
Si sta prospettando la rottura definitiva fra il papato e il monaco.    

*** Il 20 enne imperatore Carlo V, dalla Spagna, non contento dei suoi grandi domini, sempre con l'idea di dare vita a un impero universale, trama per assediare quel regno che ora è come un ostacolo al suo grande progetto: cioè la Francia.    
In maggio, Carlo V lascia la reggenza on Spagna a Dedel (futuro papa Adriano VI) e parte diretto a Graveniles nelle Fiandre per incontrare il re d'Inghilterra ENRICO VIII, intenzionato a stringere un'alleanza per dichiarare guerra alla Francia.    
Trova poi il tempo di farsi incoronare ufficialmente imperatore ad Acquisgrana il 23 ottobre. Ma deve promettere ai Grandi Elettori che d'ora in avanti risiederà in Germania e non più in Spagna; terra a lui piuttosto ostile. Infatti appena partito già da luglio in Castiglia sono scoppiate delle rivolte (dagli abitanti dei comuni) capeggiate dalla città di Toledo, dichiarato la secessione e proclamato una Lega Santa ad Avila. Un malcontento suscitato da questo sovrano straniero e dall'accaparramento da parte di fiamminghi delle massime cariche pubbliche da quando si è insediato in Spagna Carlo V.    


Nello stesso tempo, Francesco I il re di Francia, cerca anche lui di consolidare dei buoni rapporti con l'Inghilterra; infatti stipula  con Enrico VIII un trattato di non interferenza e firma contratto di matrimonio  con il Delfino di Francia con MARIA TUDOR (la prima figlia avuta da Enrico dalla attuale prima moglie). Una figlia (che ha ora 4 anni, e passerà alla storia per i cattolici "Maria la Cattolica", ma per i protestanti  "Maria la sanguinaria") che il padre cercherà di rifilare (era piuttosto bruttina) come promessa sposa a tutti i figli dei sovrani d'Europa. Già il prossimo anno (rompendo il patto con i francesi) cercherà di darla in sposa allo stesso Carlo V, per fare un'altra alleanza e schierarsi contro la Francia; anche se per il momento questa alleanza è solo un trattato commerciale con l'Impero asburgico).    

*** Nell' IMPERO OTTOMANO diventa Sultano SOLIMANO II il Grande o il Magnifico. Succede al padre Selim I che nel suo regno aveva conquistato la Siria, l'Arabia e l'Egitto.     
Durante il regno di Solimano l'Impero Ottomano raggiunge il suo apice mediante tre importanti vittorie militari. 
Nel 1521 i Turchi conquistano Belgrado, nel 1522 cacciano i Cavalieri di San Giovanni da Rodi e nel 1526 sconfiggono a Mohacs Luigi II di Ungheria. In seguito a questa battaglia l'Ungheria perde la sua indipendenza. Ridiventerà indipendente solo nel 1918. L'Ungheria viene spartita (1533): la parte principale ai Turchi in un primo tempo fino al 1541 mediante il vassallo Giovanni Szapolyai, una piccola parte agli Asburgo che assumono anche la corona di Ungheria.     
Nel giro dei prossimi due secoli l'Impero Turco si confronterà continuamente con gli Asburgo che, insieme a Venezia ed alla Polonia, si assumerà il compito di difendere l'Europa. Il primo scontro diretto tra Asburgo e Turchi avverrà nel 1529 con il primo assedio di Vienna.     
Nel frattempo nel 1536 i Turchi conquistano Bagdad e la Mesopotamia entrando in contatto e conflitto con i Persiani che diventano loro aspri avversari. Lo Stato turco assume in questo periodo le sue connotazioni caratteristiche. L'efficienza dell'esercito è mantenuta mediante il reclutamento forzato di giovani cristiani nel corpo dei Giannizzeri. I Turchi veri e propri tendono a disinteressarsi dell'economia e dell'amministrazione che cade in mano alle popolazioni sottomesse.     
I Gran Visir, sorta di Primi Ministri, sono spesso slavi o greci, viene introdotto una sorta di feudalesimo mediante le terre affidate ai Pascià. I sudditi vengono spremuti con le tasse ma non vengono importunati per quanto riguarda la religione.     
I Turchi si affidano ad Armeni e Greci come commercianti, marinai, amministratori pubblici (i fanarioti, dal nome del quartiere di Istanbul dove vivevano) ed interpreti (dragomanni).    
(By: Pier Paolo Chiapponi)


 

ANNO 1521



IL 26-MAGGIO, MARTIN LUTERO già scomunicato a Gennaio da Leone X, dopo la inutile dieta di Worms del 1495, quella di Augusta nel 1550 promosse da Massimiliano, quest'anno a Colonia ne promuove una  CARLO V.  Il tema è sempre quello: la creazione di circoscrizioni amministrative per le esazioni di imposte e il reclutamento dell'esercito.     
Presente Martin Lutero, viene ribadito la volontà imperiale e viene perfino stabilito il meccanismo dell'immatricolazione. L'immatricolazione è la registrazione delle entrate dei territori in base alle quali stabilire i loro diversi obblighi in tema di truppe e di imposte.     
La questione che è politica-economica che sta frustrando la piccola nobiltà feudale, fa da esca a un'altra di questione, ed è quella religiosa. Martin Lutero è abile nell'ispirare i fermenti innescando la protesta contro la grande nobiltà ecclesiastica.    
Sono agitazione che all'inizio allarmano l'imperatore, a metà lo inquietano, e alla fine, dopo aver difeso coraggiosamente le sue dottrine, Lutero sta per essere messo al bando e rischia di essere anche arrestato. Con un colpo di mano, in una pausa della dieta, viene rapito per ordine di Federico il Saggio di Sassonia da un gruppo di cavalieri mascherati e messo al sicuro nel castello della Watrburg.    

In questo periodo Lutero scrive la celebri tesi politiche e ideologiche della "sua" Chiesa Luterana. Quattro gli scritti; Libertà del cristiano; Del papato romano; Manifesto alla nobiltà cristiana di nazione tedesca; La cattività babilonse  della Chiesa.     
Contengono le tesi, i punti fondamentali della dottrina di Lutero: libera interpretazione della Bibbia senza la mediazione dei sacerdoti; ogni uomo può agire da sacerdote anche se non ha preso gli ordini quindi può anche amministrare i sacramenti che Lutero riduce a due: il battesimo e l'eucaristia. Quest'ultimo Lutero lo riduce a puro valore simbolico, non riconoscendovi la transunstanziazione (il pane e vino che si trasformano dopo la consacrazione in corpo e sangue di Cristo).    
E sempre nel castello di Watrburg. Lutero inizia la traduzione in tedesco del Nuovo Testamento (seguirò poi l'intera traduzione della Bibbia, che terminerà nel 1534).    

*** MESSICO - Cortez nel proseguire le sue scorrerie, aveva lasciato nel Messico conquistato un suo luogotenente: de ALVARADO. Più assolutista e sanguinario del suo capo, aveva iniziato con i suoi uomini a spogliare di oro i luoghi di culto e a seminare risentimento e odio fra gli abitanti. Fra i fomentatori di queste ostilità, ovviamente i nobili e i sacerdoti esautorati da ogni proprietà, autorità e governo; in semi-prigionia anche l'imperatore azteco MONTEZUMA II. Scoppiata  una prima rivolta, lo spagnolo la domina uccidendo tutti, ma scatenando una insurrezione popolare; è costretto ad abbandonare la capitale e a ritirarsi sulla costa.

*** CARLO V ha rotto gli indugi, e si prepara alle ostilità su vari fronti. Il 24 aprile in Spagna con la battaglia di Vilalar, sbaraglia i rivoltosi in Castiglia, giustiziando tutti i nobili che si erano lo scorso anno ribellati dichiarando la secessione.    
Ha appena terminato in Spagna, quando una ribellione scoppia anche nella sua stessa terra fiamminga fomentata dal suo vassallo duca di Sedan con tendenze filo-francese.     
Sono questi due motivi a determinare l'inizio di altre ostilità contro la Francia.    
Il 28 maggio, CARLO V fa il suo primo patto segreto con il Papa per la cacciata dei francesi in Italia, promettendogli in cambio la cacciata dall'impero di tutti i movimenti ereticali. Accennandogli anche una eventuale alleanza con gli inglesi, il papa concede a ENRICO VIII, il titolo di Difensore della fede. (come già accennato all'inizio, in questo stesso maggio a Worms, c'è stata la Dieta con la condanna e la messa al bando di Lutero).    

In Agosto Carlo V si incontra con gli inglesi a Bruges; cerca qualche pretesto bellico, e dopo aver discusso sui diritti dei francesi su alcuni territori occupati anni prima (Borgogna, Navarra e il Ducato di Milano) stipula con l'inglese WOLSEY un'alleanza militare (oltre che la promessa di sposare  MARIA TUDOR (infanta di 5 anni).
L'imperatore si prepara all'offensiva punitiva contro la Francia di re Francesco I.    
Approntato l'esercito imperiale con dentro spagnoli e tedeschi, Carlo V mette al comando PROSPERO COLONNA, che punta decisamente sull'Italia per togliere ai francesi il ducato di Milano; a novembre sono già alla periferia della città.    

*** IMPERO OTTOMANO - Tutte queste manovre sopra fra i soliti tre contendenti, incapaci di mettersi d'accordo, tutti ambiziosi di dominare tradendo spesso ex patti, ex alleanza, amici e anche parenti. Mentre i turchi di SOLIMANO risalendo i Balcani, hanno già conquistato Belgrado, si apprestano a penetrare in Ungheria, stanno minacciando la stessa Austria, e si preparano ad entrare su tutta l'Europa Centrale.    

A complicare le cose, c'è anche la morte di papa LEONE X, il 1° dicembre. Pronta e immediata la forza ormai egemonica di CARLO V. E' infatti lui a imporre il suo precettore fiammingo, il cardinale  Florens Dedel di Utrecht, che sale sul soglio il 9 gennaio del prossimo anno, con il nome di papa ADRIANO VI.
    

*** Mentre ARIOSTO  è impegnato alla corte di Ferrara a declamare il suo Orlando furioso,  a Firenze NICCOLO' MACHIAVELLI scrive e mette in scena il suo capolavoro teatrale La Mandragola;  inizia la stesura de L'arte della guerra e nello stesso anno, per incarico di Giulio de' Medici, inizia un'altra opera monumentale: Istorie fiorentine; una cronologia della città do Firenze, dalle origini fino ai suoi tempi; che terminerà nel 1525.
Nello stesso periodo, è impegnato a Firenze MICHELANGELO, che inizia (la terminerà nel 1525) la sacrestia nuova di S. Lorenzo. Ma è dello stesso periodo anche la progettazione delle Tombe Medicee, la cui esecuzione si protrarrà fino al 1534 con le famose statue: il Giorno, la Notte, l'Aurora, il Crepuscolo, oltre i ritratti dei duchi Lorenzo e Giuliano.    

*** A ROMA muore durante il suo lungo soggiorno, RAFFAELLO SANZIO. Lascia incompiuta nelle Stanze Vaticane la sua ultima opera: la Trasfigurazione. Durante questo soggiorno Raffaello ha eseguito una serie di altri capolavori e di ritratti, tra i quali la celebre Fornarina e il ritratto di papa Leone X tra i due cardinali.


ANNO 1522



Il 27 APRILE le truppe imperiali spagnole-tedesche, agli ordini di PROSPERO COLONNA sconfiggono i Francesi, invadendo e occupando il ducato di Milano. Proseguendo l'invasione, in maggio la  stessa sorte è riservata a Genova che così entra nella sfera asburgica anch'essa.    
Nello stesso tempo ENRICO VIII d'Inghilterra, con il pretesto di una rivolta in Scozia (filo-francese), dichiara guerra alla Francia. Ribadisce in giugno con l'accordo di Winsor l'alleanza con CARLO V, e in Luglio mentre i Francesi hanno appena subito la sconfitta in Italia, il re d'Inghilterra invia le sue truppe guidate dal duca di Suffolk a invadere la Normandia e la Piccardia.    
Nello stesso luglio Carlo V, corre di persona in Spagna per stroncare altre rivolte secessioniste dei comuneros in Castiglia.    

Ma le rivolte Carlo V, le ha ora in casa. Ispirata dal ribelle monaco LUTERO, la nobiltà tedesca, i "cavalieri" dell'intera Germania sono tutti i rivolta. Una protesta innescata per questioni teologiche dal monaco, ma che ha nella frustrazione della piccola nobilta feudale messo a nudo altre antiche radici; queste affondano nella crisi economica da un po' di tempo determinata dai grandi debiti di Carlo V contratti con i Fugger, ma anche prodotte dalle vessazioni degli ecclesiastici  nei principati con le loro esose decime;  dragate sul territorio ma che vanno poi a Roma. Tanto più che ora a Roma c'è un papa eletto dallo stesso imperatore, suo ex precettore.

***  MARTIN LUTERO sfidando il bando imperiale, in marzo avuto sentore di queste rivolte, ha fatto rientro a Wittenberg; e ovviamente ha trovato il terreno fertile per eliminare alcune di quelle vecchie radici e aprire con queste proteste un campo di battaglia con l'acceso radicalismo religioso per metterne altre di radici:  importanti riforme religiose; una "nuova" prassi liturgica; una "nuova" chiesa: la Luterana, destinata a consolidarsi nel protestantesimo (e fra qualche anno ad avere anche degli emuli in Inghilterra con gli Anglicani (1534), in Svizzera con i Calvinisti (1541), in Francia con gli Ugonotti (1555).

*** Una migliore situazione per Carlo V la troviamo in "America" per merito di Cortez, nominato dall'imperatore governatore non del "Nuovo Mondo" ma della "Nuova Spagna".    
 La dominazione spagnola nel centro america si sta allargando. Dopo il Messico è stato conquistato il Guatemala e poi il Nicaragua; ma sempre  o con i massacri o con lo sfruttamento degli indigeni.    
Il domenicano LAS CASAS si ribellerà a questi genocidi, inizierà la sua battaglia, ma ormai queste dominazioni scellerate non avranno più sosta, e in quantità anzi aumenteranno.    
Quest'anno proprio a Hispaniola, che è un po' la capitale della Nuova Spagna, scoppia la prima rivolta di schiavi; annientata nel sangue. La seconda sarà quella di Puerto Rico, la terza a Santa Maria, la quarta a Panama, poi... poi non si conteranno più. Di 100 milioni di indigeni, a fine Ottocento non ne restavano che uno o due milioni.    


MARTIN LUTERO,  pubblica e diffonde i suoi tre famosi trattati che ha scritto nel '521: Alla nobilta' cristiana di nazione tedesca;- La cattivita' babilonese della chiesa e la Liberta' cristiana nella Germania di oggi (tutti  concetti religiosi che a Roma sono subito considerati e bollati come tesi eretiche). Nello stesso anno, Lutero delinea un canto liturgico comunitario, usando non solo la lingua tedesca, ma servendosi in abbondanza di canzoni tedesche del tardo Medioevo.    
La prima  raccolta di questi corali luterani è pubblicata il prossimo anno  con il nome  Acht-lieder-buch,  con una prefazione dello stesso Lutero.    

*** Non sappiamo se è dovuta all'influenza del monaco di Wittenberg, ma a Venezia quest'anno, esce  un trattato musicale scritto tutto in italiano, compilato da PIETRO ARON (1490-1545); Il toscanello della musica.
Il primo, perchè in precedenza si era usato nel compilare trattati musicali sempre il latino.

*** Altra novità musicale a Venezia è quella che con l'organo il musicista Marco Antonio CAVAZZONI compone delle musiche autonome dal canto corale e da quelle liturgiche; delle vere e proprie composizioni che prendono il nome di Canzoni, Mottetti, Recerchari.     
Del resto a Costantinopoli prima della messa al bando di Teodosio, questo strumento molto diffuso nell'antica Bisanzio e nella stessa Grecia, era essenzialmente usato nelle feste, nei baccanali e nelle baldorie; era insomma uno strumento per fare musica popolare e di massa. Fu bandito proprio perchè venne considerata una musica "pagana", cioè nel suo significato etimologico, musica dei pagos, cioè dei villaggi, dei quartieri. 


ANNO 1523



*** MARTIN LUTERO non ha soste; scrive Temea ricorrente; la liberta' spirituale della chiesa deve essere separata dalla violenza: una politica secondo lui che invece la chiesa attua in continuazione da secoli, intervenendo in dispute militari, e spesso assoldando eserciti di mercenari, che nulla hanno a che vedere con il messaggio evangelico.    

*** SVEZIA: La Svezia esce dall'Unione di Kalmar dandosi un proprio re, Gustavo I della Dinastia dei Vasa. Egli viene eletto nella Dieta di Strangnas. La sua elezione era stata determinata dalle rivolte contro i Danesi a causa del "Bagno di sangue" di Stoccolma provocato dal re danese Cristiano II. Gustavo I Vasa riorganizza lo Stato con la creazione di balivi, di una Cancelleria e di una Corte dei Conti. L'approvazione delle tasse tocca ad una Dieta divisa in quattro curie (nobiltà, clero, borghesia, contadini). Per sottrarsi alla dipendenza finanziaria dalla città anseatica di Lubecca Gustavo I aderisce alla Riforma Protestante nella sua versione luterana ed incamera i beni della Chiesa. Questo ed il tentativo da parte di Jurgen Wullenwewer, borgomastro di Lubecca, di restaurare la potenza anseatica determinerà la "Guerra privata del Conte" (1534-1536) alla fine della quale però Wullenwewer sarà deposto e sconfitto. (By: Pier Paolo Chiapponi)    

*** TERRASANTA -  I Cavalieri di San Giovanni vengono scacciati da Rodi ad opera dei Turchi. Di lì a pochi anni riceveranno una nuova base nell'isola di Malta che terranno fino alla spedizione napoleonica d'Egitto del 1797 (ma ne conserveranno il nome come Ordine Cavalleresco, di Malta, appunto. vedi in tematica i Cavalieri di Malta)
    

*** A Venezia, CAVAZZONI è il primo a comporre come autore musica per organo (senza cori).

 
 

ANNO 1524



*** Milano sconvolta dalla peste, viene riconquistata da FRANCESCO I di VALOIS scacciandovi le truppe imperiale che vi erano entrate nel '22.    


vedi anche IL CAPITAN DI VENTURA "IL MEDEGHINO"    

*** Alla dieta di Norimberga si coalizzano i principi (a favore di Lutero) contro l'imperatore e il papa. Il loro fine non è certo quello religioso, ma quello di scacciare i vescovi che hanno sempre comandato, ma soprattutto hanno sempre prelevato i tributi dal popolo: le decime    

*** MARTIN LUTERO
sconvolgendo tutte le tradizioni, i rituali e le severe norme regolate dal clero romano, invita tutte le chiese tedesche a far cantare i salmi in lingua tedesca volgare e non più in latino. Ottiene un grande successo, ma anche questa viene considerata dalla chiesa romana una ribellione, e condannata come una eresia.    
In Italia la  Messa in italiano verrà introdotta solo nel 1965 (

VEDI 1965
)    

*** ERASMO DA ROTTERDAM, con Le libero arbitrio pur non accettando globalmente le tesi luterane, attacca anche lui la chiesa romana; la invita a fare una profonda riflessione e ad attuare delle riforme conciliabili con l'umanesimo nascente. E' lui uno dei primi teologi dell'Umanesimo cristiano.

ANNO 1525



*** 24 FEBBRAIO - Di breve durata il successo ottenuto dai francesi su Milano; gli imperiali di CARLO V li sconfiggono a Pavia ( 24 febbraio del 1525
VEDI LA BATTAGLIA ) catturano FRANCESCO I, lo deportano a Madrid. La vittoria di Carlo V ha delle enormi ripercussioni. Ha sconvolto l'equilibrio dell'Europa. La Francia che era considerata la prima potenza militare é sconfitta. Francesco oltre la deportazione viene persino umiliato, deve perdonare Carlo di Borbone, insediarlo nuovamente nelle sue terre, ed è costretto a lasciare in ostaggio i suoi due figli; inoltre è invitato a sposare la sorella di Carlo V, Eleonora.     
La vendetta di Carlo V, ora poteva estendersi anche a Roma contro CLEMENTE VII,  fargli arrivare una esemplare punizione con l'esercito mercenario dei   lanzichenecchi; quelli che erano stati a Pavia  i  "protagonisti".

*** MARTIN LUTERO termina di tradurre il Nuovo Testamento in tedesco, e pubblica altre opere teologiche; attirandosi altre severe condanne per queste iniziative che vanno a sconvolgere la millenaria tradizione della chiesa cattolica romana.    

Nello stesso periodo scoppiano le rivolte dei poveri. Dopo le belle e nuove parole che ascoltano da Lutero e dai suoi seguaci, in contrapposizione a quelle precedenti fatte dai prelati cristiani, seguitano a vivere l'illusione di un profondo cambiamento e l'utopia della nascita di una nuova società con più giustizia. Molte promesse - iniziano a riflettere - sono fatte solo con le chiacchiere (con la dialettica)  mentre la realtà non è affatto mutata: seguitano a vivere la solita miseria e sotto un altro giogo; quello dei principi, ancora più esosi e arroganti degli ecclesiastici.

In Germania i Principi si organizzano in leghe contrapposte secondo l'appartenenza religiosa. I Principi Cattolici si organizzano nella Lega di Dessau mentre i Principi Protestanti si organizzano nella Lega di Torgau. Nello stesso anno viene introdotta la Riforma in Prussia: l'ultimo Gran Maestro dell'Ordine Teutonico, Alberto di Hohenzollern, getta la tonaca alle ortiche e trasforma i territori dell'Ordine in uno Stato laico, il Ducato di Prussia.

I Príncipi tedeschi ribelli a Roma, subentrati al potere dei vescovi romani, sono ora loro a prendere le decime, le stesse che prendevano prima i prelati. Con varie manifestazioni protestano i sudditi per questi soprusi, che ritengono non diversi da quelli precedenti. La repressione verso questi dissidenti é però dura, e viene fatta con un grande spargimento di sangue.    

MARTIN LUTERO dopo aver avuto molto appoggi dai contadini (anche qui siamo alla solita strumentalizzazione della massa ignorante) prende delle posizioni più morbide e si pone subito come mediatore con i nobili tirannici dell'ultima ora e i "vessatori" di prima.    

I poveri restano quindi delusi, si sentono ingannati. Come al solito, i nuovi forti poteri non trovano di meglio che fare dei compromessi con i precedenti ed insieme spartirsi le estorsioni, i privilegi, le proprietà. Rinnegano  reciprocamente  tutto quello che ognuno aveva predicato prima con tanta demagogia.
    

***  Il BEMPO pubblica le Prose della Volgar Lingua, opera in cui il letterato italiano vuole chiarire la disputa creatasi a riguardo della lingua universale ed unificatrice da usarsi in Italia per agglutinare la penisola, se non politicamente, almeno intellettualmente. Il Bembo sostiene quindi che la nuova lingua da usarsi sia il volgare fiorentino, che aveva come testi antologici quelli scritti nel '200 e '300 rispettivamente da Boccaccio e Petrarca per la prosa e la poesia. In contrapposizione a questa teoria vi sono le scuole di pensiero del TRISSINO e di BALDASSARRE CASTIGLIONE , che pensavano che la lingua da usare fosse, per il primo, il fiorentino duecentesco con le aggiunte delle vocali dell'alfabeto greco, mentre per il secondo il volgare cortigiano, in particolare quello della corte papale romana. 


ANNO 1526



14 GENNAIO -  FRANCESCO I lo sconfitto re di Francia a Pavia, ha firmato con CARLO V la pace di Madrid. Con questo trattato, Francesco rinunciò ad ogni pretesa sull'Italia e restituì a Carlo la Borgogna e i domini connessi, (rinunciando inoltre ai diritti sulla Fiandra e l'Artois) che lo stesso Francesco aveva occupato nel corso della guerra.    
Ma giurò vendetta all'imperatore e cominciò ad organizzare subito una nuova offensiva. Cercò alleati ovunque, raccogliendo tutti coloro che temevano lo strapotere di Carlo.     

 Un mese dopo rimesso in libertà, pur lasciando i suoi due figli come ostaggi, attraversa la frontiera dei Pirenei e riprende la lotta contro l'Impero. La situazione non era poi così disperata come i racconti dell'epoca narrano. A Pavia Carlo V aveva distrutto quella che era considerata la prima potenza d'Europa, ma aveva nello stesso tempo allarmato tutti gli altri stati richiamando attorno a sè immediatamente molti alleati per nuovamente e ostinatamente rientrare "nell'arena" politica europea. Il 24 maggio a Cognac, attorno a Francesco I, si ritrovarono tutti i potenziali cobelligeranti che  seriamente temevano il predominio degli Asburgo sull'Europa. Fu dunque conclusa una Lega Santa.  In particolare Roma e Venezia si alleavano nuovamente con la Francia con un unico obiettivo: distruggere l'influenza di Carlo V. Fu chiesto un aiuto anche ai turchi di impegnare gli imperiali a est, e le richieste non rimasero inascoltate. Già in agosto dai Balcani MOHACS, scatenava un'offensiva contro le truppe imperiali a nord e conquistava quasi tutta l'Ungheria. Un brutto colpo per Carlo V.

Insomma la lega di Cognac, i turchi, e anche Enrico VIII d'Inghilterra che parteggiava per l'alleanza (anche se non ne voleva far parte)  fecero tornare la fiducia a Francesco I. Non tutto era perduto. Il 24 luglio si unì a lui anche Firenze,     
Quest'atteggiamento bellicoso di questa forte coalizione antiaustriaca, ma anche lo stato d'animo di essere uscito perdente contro i turchi, persuase Enrico V  a punire papa CLEMENTE VII, ritenendolo il primo responsabile della sconfitta contro i turchi, visto che l'imperatore nella lotta contro gli infedeli  demagogicamente ne aveva fatto una sua causa, cioè cercava di far credere che tutta la sua politica era diretta contro i turchi per costruire poi uno stato universale cristiano. Il 17 settembre di quest'anno   inviò una lettera aperta proprio con questo tenore a tutti i cardinali del collegio episcopale.    
Indubbiamente voleva mettere in stato d'accusa la politica antimperiale condotta dal papa, che aveva aderito alla lega di Cognac. Per dare pubblicità alla cosa non restava che una esemplare punizione,  metterlo nelle condizioni di non più nuocere.
    

*** IL 24-FEBRRAIO, nella battaglia di Pavia, che libera finalmente Milano dai francesi e dagli spagnoli, sono usati per la prima volta gli Archibugi "che vomitan lo foco e fa cader li ommini come mosche". -  Alcuni artigiani infatti hanno messo a punto seguendo una tecnica miniaturizzata molto simile alle bocche da fuoco dei cannoni. Ponendo della polvere da sparo in un alloggiamento all'inizio della canna, con una particolare pietra focaia, e con lo sfregamento di una linguetta di ferro temprato (simile all'acciaio) si provocava una scintilla che andava a incendiare la polvere e produceva una violenta fuoriuscita del materiale introdotto dentro la canna.

Come pietra focaia se ne usò una in particolare, che veniva estratta sui monti di Castel Tesino, una località sovrastante la Valsugana. Un annuario ufficiale del Trentino del XVI secolo, citando questa località in mezzo a dei monti molto singolari (che fornivano appunto la materia prima)  riporta scritto "li ommini del posto son diventati tutti esperti della "pietra del foco" e viaggian tutta li stati d'Europa per vender loro li propri servigi, che nessun altro ha eguali al mondo"    
E' l'inizio della guerra con le armi da fuoco (é la civiltà che avanza!)

*** A Zurigo viene decretata la " pena all'affogamento quanti negano ai loro figli la necessità del battesimo". Qui la riforma appare subito piuttosto violenta